Archives: Aprile 27, 2016

Gnam gnam…

Siamo quello che mangiamo, diceva qualcuno. Questo qualcuno poi  è diventato discretamente famoso, si chiamava Feuerbach ed era un filosofo. Viveva nell’800… quindi probabilmente non era mai andato da Mc Donald’s, non aveva mai assaggiato delle patatine fritte…e nemmeno le merendine che Banderas prepara per il Mulino Bianco. Quindi potremmo forse dire che non sapeva di cosa stava parlando. Eppure qualcuno, anzi molti, dopo di lui hanno continuato a blaterare che il cibo ha la sua importanza nella nostra crescita, nel nostro essere, nella nostra salute. In generale non possiamo negare che il cibo, così come l’aria e tutto ciò che assorbiamo viene elaborato dal nostro corpo come nutrimento, ed entra quindi a far parte di noi. Lezione di scienze sull’Informabus?? State già scappando inorriditi verso il barattolo della nutella, che ne avete avuto abbastanza stamattina a scuola? Non temete, non ci spingeremo oltre verso l’analisi microbiologica dei tessuti, giusto qualche piccola innocua riflessione! Del resto ci occupiamo di benessere e prevenzione!! E poi il tredicesimo rapporto Osservasalute (fatto da 180 ricercatori) ci racconta che l’Italia è in coda all’Europa per la prevenzione (ti pareva), che, anche se diventiamo sempre più vecchi ci è pure calata l’aspettativa di vita. Il che, fatti due calcoli, non è una gran notizia. Ma non vogliamo fare gli accademici catastrofisti per carità! Però insomma, pare proprio che se ci trattiamo bene viviamo meglio (ma dai??). E questo comprende tante cose tra cui anche la qualità di quello che mangiamo e beviamo. E anche se Banderas lo vedete in splendida forma mentre cuoce i flauti al cioccolato, chi ve lo dice che poi uscito dal mulino non se ne vada a mangiare al macrobiotico? Tanto lo pagano comunque bene. E lui, che nonostante non sembri troppo sveglio mentre spalanca gli occhi davanti ai suoi “inzupposi” biscottoni, la sa lunga. Probabilmente sa anche che lo zucchero bianco (sapevatelo!) crea dipendenza, proprio come le droghe. E, proprio come le droghe, può portare effetti negativi al sistema nervoso, favorire la depressione e sbalzi di umore tra irritabilità e euforia…e per rimanere nei nostri temi, lo zucchero favorisce anche la candidosi e varie infezioni ginecologiche. Stupiti? Ecco qua che non siamo usciti fuori tema!! E di informazioni interessanti e importanti per il nostro benessere ce ne sono moltissime, basta avere un po’ di curiosità. Ad esempio lo sapevate che i vegetali favoriscono l’aumento della produzione di serotonina? Del resto lo diceva anche il buon vecchio Ippocrate (il suo contributo magari è un po’ datato, ma ancora oggi il suo nome non l’ha dimenticato nessuno): “fa che il cibo sia la tua unica medicina”. Poi vaglielo a spiegare alle farmacie, al Mulino Bianco, a tutti i produttori di cibo artificiale, inscatolato, pompato,  antibioticizzato e chi più ne ha più ne metta. Insomma, i cibi non sono più quelli di una volta (diceva la vecchia nonna Papera). Perché abbiamo iniziato a modificarli in tutti i modi possibili, pensando sempre più al guadagno, alla forma, al colore… e sempre meno al nostro benessere. La solita vecchia storia che conosciamo bene…insomma come per la cannabis, già a partire dal seme non sai mai cosa ci mettono dentro. E se vogliamo collegarci ad un altro dei nostri temi, anche per l’alcool non è importante solo quanto bevi, ma cosa bevi. Nel senso che un bicchiere di buon vino non è lo stesso che uno shot o un cocktail con sette sciroppi colorati, creme e superalcolici mescolati. E con buon vino non intendiamo il cartone di Tavernello, che è un’altra di quelle cose che potrebbero provocare istinti suicidi nel vostro povero fegato. E senza voler fare del terrorismo macrobiotico, vi invitiamo semplicemente ad essere curiosi, perché ad informarsi su quello che ci fa bene o male ci si guadagna sempre!! Come sempre, vi aspettiamo sul camper per raccontarci cosa ne pensate!!

C.C.


NOIAltri…

Che noia che barba che barba che noia…questa città non offre niente da fare…niente locali fichissimi…niente feste da sballo…niente feste anche poco sballanti…insomma che vita triste. Sembra l’incipit di una deprimente conversazione tra due giovani Emo (senza nulla togliere all’oscuro fascino delle lunghe frange e del nero che incombe sull’intero guardaroba). Potrebbe anche essere l’esclamazione di un sabato sera piovoso, passato davanti al bar del porto, con quei fantastici personaggi che sembrano abitare fuori dal tempo, lì sospesi da sempre e per sempre con le loro esilaranti gag. Ancora senza nulla togliere al cosiddetto Barì, che comunque è un posto in cui ti senti a casa, e ha sempre il suo perché, e del resto quando ti ritrovi lì ancora e ancora te lo chiedi…”ma perché”?

In realtà la barba e la noia (quella noia che ti affatica persino se non fai niente, e ti toglie anche la voglia di farti la barba se ce l’hai), sono probabilmente uno di quei leitmotiv anconetani a cui davvero si fatica a rinunciare. Come una cosa culturale, un intercalare di quelli ormai incastrati in un dialetto e che poi fanno anche simpatia. Come un’abitudine che magari a un certo punto ti stufa pure ma proprio non riesci a toglierla. Ecco una cosa così. No, non sto dicendo che gli anconetani sono culturalmente depressi o abituati alla tristezza cronica e al disfattismo.

Ci mancherebbe! Però forse, ma solo forse, un sottile gusto per la barba e la noia e la loro proclamazione si è insinuato un po’ nel mood collettivo. Beh, direte voi, anche se fosse, che problema c’è… la noia non è mica una malattia! C’è di peggio. In effetti non esistono neanche farmaci contemplati contro la noia. Però non ci capita di rado di sentire che molti comportamenti a rischio nascono proprio da lì. Perché alla fine, anche se magari l’espressione annoiata e sbuffante va un po’ di moda…fa un po’ Emo…ci sta a pennello con la sigaretta e lo sguardo da alternativo fuori dal sistema, di base annoiarsi resta una cosa tremendamente noiosa. E quel che è peggio, quando ti abitui a stare dentro quella nuvoletta grigia che è la noia, tendi a sentirtici un po’ a casa, e quasi non ci pensi più ad uscire, manco fosse una sabbia mobile o un gas ipnotico. E quando proprio non ne puoi più allora rischi magari di andare a smuovere il livello di endorfine con qualche cosa a caso. E con cosa a caso intendiamo anche sostanze stupefacenti, che spesso quando ti senti inghiottito dalla sabbia mobile barbosa, e senti di non avere scampo, possono sembrare l’antidoto più veloce e sicuro. E qui sono cavoli perché si rischia di sprofondare dalla padella alla brace. E se volessimo trovare un’alternativa alle sabbie mobili, nebbie, padelle, braci e barbe? Ci sarebbe qualche soluzione?? Beh come recita anche la nostra enciclopedia wikipedia, la noia nasce dalla ripetitività, dall’ozio, dal fare cose che non si confanno ai nostri desideri e inclinazioni, e questo potrebbe essere un punto di partenza interessante. Cambiare alcune abitudini potrebbe portarci con un piedino fuori dalla sabbia mobile. Ad esempio uscire in un posto diverso da quello che frequentiamo abitualmente continuando a ripetere che non c’è nulla di nuovo come se i locali avessero le gambe e potessero venire ad invitarci a casa probabilmente qualcosa c’è e non ci abbiamo nemmeno fatto caso!!  Ma esistono anche diverse droghe naturali che smuovono endorfine e che possono portarci a osservare il mondo con più entusiasmo! Alcuni esempi? La musica è una di queste, soprattutto se la suonate, o anche la accompagnate tamburellando con le dita o meglio ballando, basta poco!! Trovare qualcosa che vi fa ridere, ha un gran potere! E ancora mangiare il vostro piatto preferito, o della cioccolata (certo senza esagerare, ma il buon cibo è sempre un piacere!) E poi potete sempre fare sport, che è un altro metodo splendido per muovere sensazioni di piacere e benessere. Il sesso si aggiunge ovviamente alla lista.

E poi ci sono tutte quelle cose che dall’immersione nelle sabbie mobili non siete riusciti a vedere, e che fanno parte delle vostre inclinazioni, dei vostri desideri e se pensate di non averne, è solo perché vi siete dimenticati di cercarli! Poi fateci sapere cosa trovate di divertente e nuovo, noi vi aspettiamo sul camper!

C.C.


Amore = mc²

M’ama…non m’ama…quanta passione questo amore…fin dall’adolescenza un’esplosione di emozioni, paure, gioie, dolori…e chi più ne ha più ne metta. E fin dal primo amore ci accorgiamo che si tratta di qualcosa di speciale, una droga naturale che, almeno per i primi tempi, ci manda fuori di testa, e vorremmo non doverne fare mai a meno. Amare è senz’altro uno dei più bei “viaggi” che possiamo fare nella nostra vita, e non a caso questo sentimento ispira da sempre storie, films, romanzi, canzoni, dipinti…o semplicemente sogni ad occhi aperti. E anche noi di Informabus di amore ne parliamo spesso, sul nostro blog, così come con voi sul camper. Perché tanto per cominciare è sicuramente la “droga naturale” che preferiamo. E poi perché amare ci mette sempre in discussione e ci fa anche crescere. Fin dall’antichità si parla di amore in molte forme diverse, amore fraterno, amore romantico ed erotico, amore platonico, amore spirituale, amore incondizionato…Ma potremmo anche dire che ogni singola persona ha il suo modo di amare. E che amiamo in modo diverso ogni persona che incontriamo. Eppure chiaramente quando ci innamoriamo scegliamo di stare in coppia, di trovare un sano equilibrio tra dare e ricevere, di stabilire insieme limiti e responsabilità, magari un domani di andare a vivere insieme, e mille altre cose che definiscono la dimensione di un equilibrato rapporto. Oppure no? Ci siamo mai chiesti come avremmo amato se mai nessuno ci avesse spiegato o mostrato cos’è l’amore? Chiederemmo o ci aspetteremmo le stesse cose che ci aspettiamo oggi? O magari la nostra natura ci porterebbe in un’altra direzione? Che ne so, potremmo fondare una comune hippye, o creare delle famiglie allargate, delle coppie di fatto, una società poligama…Chi può saperlo. No tranquilli, non è l’effetto del camper colorato che ci fa tornare agli anni 70!!! Amore in sanscrito è ciò che non muore. E anche la lettera che da tempo gira sul web come scritta da Einstein ci dice che l’amore è quella forza per cui la scienza non ha trovato una spiegazione formale, e che gestisce tutte le altre forze perché è la più potente e incontrollabile. E quindi è invincibile e immortale. Alt… non stiamo facendo una messa stile gospel americano… (yes man…) Ci limitiamo a lanciare qualche riflessione. Perché capita a molti di soffrire perché l’amore non arriva, o perché quando arriva ci chiede troppo, o perché da questo ci aspettiamo cose che poi non si avverano nel modo in cui le avevamo immaginate…(e questo spesso avviene anche nella sessualità). E allora ci chiediamo…e se un giorno iniziassimo a dare colpi di spugna a tutte le aspettative e alle idee che di questo amore ci siamo fatti (che poi ci pesano sulle spalle come uno zaino di mille chili)…e iniziassimo a lasciarlo fluire come gli pare e come sentiamo dalla nostra libertà più spontanea…forse tutto sarebbe più semplice e leggero? A voi la risposta. E se vi va, vi aspettiamo sul nostro camper per raccontarci la vostra idea dell’amore!!

C.C.


“Assumere” consapevolezza…

“Quella pasticca che mi ha rovinato la vita…”

E se…avessi agito diversamente…e se…avessi detto no…e se…avessi detto sì…Quante volte ci facciamo queste domande? Per qualcuno delle scelte hanno pesato più di altre. E’ stato così per Giorgia Benusiglio, che forse alcuni di voi avranno avuto il piacere di ascoltare o incontrare. A 17 anni Giorgia ha rischiato la vita per mezza pasticca di ecstasy. Per sei ore di sballo in discoteca si è ritrovata una settimana dopo in ospedale con un’epatite fulminante, e un’aspettativa di sei ore di vita.   La donatrice che l’ha salvata si chiama Alessandra, e lei non manca mai di ricordarla. Alessandra ha perso la vita in un incidente e il suo dono (il fegato) ha salvato Giorgia. Ciò che è seguito alle 17 ore di intervento non è stato facile. Il trapianto e le medicine l’hanno debilitata fino a farle perdere molti chili e darle numerosi effetti collaterali. “ Se sopravvivo andrò in giro per tutte le scuole a dire ai giovani che l’ecstasy è letale” diceva Giorgia nel reparto di terapia intensiva”. Oggi ha 33 anni, e dal 2007 la sua storia continua a fare il giro d’Italia, a grande richiesta da parte di insegnanti, genitori, operatori…E in effetti ascoltarla ci fa davvero riflettere!! Racconta con passione, ad una ad una, tutte le difficili sfide che si sono susseguite dopo quella notte da sballo: i dolori, le paure, il tumore all’utero, i sensi di colpa, la rinuncia al sogno di ballare…E poi seria aggiunge: “se pensate che sareste disposti a sopportare tutte queste conseguenze, provate pure…ma assumetevi la responsabilità di ciò che fate”. Non la mette per il sottile Giorgia, e sa di cosa parla perché la vita non le ha fatto sconti. E come a lei a molti altri ragazzi (di cui conosce nomi e cognomi) che per una sola pasticca hanno perso la vita o avuto conseguenze irreversibili. Giorgia non ha paura di mettersi a nudo, rispondere a provocazioni o domande di qualsiasi genere (dopo 8 anni di incontri, non c’è domanda a cui non abbia risposto). E, tra tanti, c’è sempre qualcuno che borbotta “beh, non esageriamo adesso, è stata sfortunata”. Ma l’insegnamento che Giorgia ci propone è prezioso: “assumetevi la responsabilità di quello che fate, e la consapevolezza dei rischi che comporta ”. Certo, la responsabilità può sembrare davvero una gran rottura di scatole. Poi se ci aggiungiamo lo spauracchio dell’errore fatale figuriamoci. Ma se la guardiamo da un altro punto di vista la questione appare più piacevole: nell’imprevedibilità della vita ci sono molti momenti in cui noi possiamo comunque scegliere. E quella scelta è nostra e nessuno ce la può togliere, e per di più nessuno ha il diritto di giudicarla! (Salvo che non vada contro altri o contro la legge). Non è fantastico? …E allora via alla libertà sfrenata? Non esattamente. Alla meravigliosa leggerezza della libertà corrisponde il “peso” della responsabilità (che poi è anche la forza di sostenere una decisione presa), di qui non si scappa. E visto che i rischi delle nostre azioni ce li dobbiamo assumere noi, tanto vale informarsi (e se si parla di sostanze noi siamo a disposizione)…e soprattutto smettere (se mai lo abbiamo fatto) di scegliere con la testa degli altri e/o per far piacere agli altri. Sarebbe come tatuarci un fantastico tribale in faccia perché è davvero troppo fico (secondo i nostri amici super alternativi) per poi sentirci degli idioti tutta la vita guardandoci allo specchio! Meglio pensarci prima no? E se una volta o l’altra ci dovessimo comunque sbagliare nelle nostre scelte…anche con tutte le migliori intenzioni?  Beh, una volta prevenuto ciò che possiamo prevenire…una volta imparato anche a volerci bene (che è la base per delle scelte vincenti)…vorrà dire che impareremo anche dall’errore fatto. Persino Giorgia, pur avendo avuto una storia davvero difficile, ci racconta che alla fine ha imparato a smettere di chiedersi “e se…e se…?” E a mettere energia là dove può ancora cambiare le cose: il presente. E nel presente di ogni giorno ha deciso di aiutare gli altri, e per non sprecare altro tempo prezioso, “fare di ogni momento della sua vita un capolavoro”.

Grazie Giorgia! E voi che ne pensate?

C.C.