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Limiti e rischi

Cosa si fa sul camper Informabus? Si fa informazione e prevenzione sui comportamenti a rischio negli adolescenti! Cioè?
Si tratta di quei comportamenti che, anche se possono sembrare comportamenti “da grandi”, possono mettere in pericolo il tuo benessere fisico, psicologico o sociale, oppure possono creare qualche difficoltà a te o a chi ti è vicino.
Hai già sentito parlare di: bullismo, cyberbullismo, sexting, abuso di alcol e sostanze stupefacenti, guida sotto l’effetto di alcol o altre droghe, attività sessuali non protette, anoressia e bulimia, abbandono scolastico, fughe da casa, tentativi di suicidio, comportamenti violenti contro oggetti, animali o persone? Ecco, si tratta di questo!
Quali possono essere i motivi che spingono alcuni ragazzi a fare queste cose? Proviamo a pensarci insieme… magari per sentirsi adulti, per far vedere di essere in grado di cavarsela da soli e non essere più dipendenti dai genitori; per ottenere riconoscimento e popolarità nel gruppo di amici mostrandosi più forti… o anche solo per mettersi alla prova, per l’emozione di trasgredire e superare i limiti, per vedere l’effetto che fa…
Alcuni ragazzi hanno un rapporto difficile con il cibo, ad esempio possono smettere di mangiare o, al contrario, ingurgitare grandi quantità di cibo, utilizzando il proprio corpo come strumento di ribellione; altri possono fare uso di droghe o di alcol per sentirsi in sintonia con il loro gruppo di amici, per essere “uno di loro” e per “sballarsi un po’”. Alcuni comportamenti, inoltre, sono messi in atto dai ragazzi per provocare le reazioni degli adulti (genitori oppure insegnanti), per vedere fino a che punto si può arrivare e fino a quando valgono i limiti ed i divieti… ma anche per osservare quanto l’adulto sia effettivamente interessato e attento, insomma, quanto gliene importi…
Che ne pensate? Siete d’accordo? In una società come la nostra i limiti spazio temporali sono, almeno sotto alcuni punti di vista, praticamente dissolti: grazie alla tecnologia, ad esempio, si può parlare con una persona in qualunque parte del mondo. Oppure si può modificare il nostro corpo con la chirurgia estetica. Ciò non toglie che dei limiti rimangono, anche se il concetto ci può sembrare non alla moda, sorpassato. Tornando nello specifico al nostro ragionamento, ogni adolescente si imbatte in continuazione con i limiti comportamentali posti dagli adulti e soprattutto dalla famiglia. Questo scontro serve per sperimentare nuovi valori e nuove regole. In questo compito è molto importante il ruolo del gruppo di amici.
Da adolescenti è come se sentissimo, anche in conseguenza di modificazioni ormonali e cerebrali, una voce dentro di noi che ci invita a provare tutte le esperienze che la vita ci offre, a verificare tutte le possibilità che i genitori finora non ci hanno permesso. Le forti emozioni che proviano ci fanno avvertire il desiderio di esprimerle anche attraverso atteggiamenti ribelli, senza la ragionevolezza, a volte ipocrita, degli adulti.
La questione è che quando si superano i limiti, si possono verifcare dei problemi: se si fa qualcosa di illegale, si possono passare dei guai piuttosto seri. Stessa storia se invece i limiti che si oltrepassano non sono quelli del codice della strada, o civile, o penale, ma sono quelli del nostro corpo: se ad esempio si beve troppo (alcol) si può star male e vomitare, ma anche andare in coma etilico! Idem per ogni altro comportamento a rischio: ci sta cercare i propri limiti, ma bisogna sempre ricordarsi di usare la testa e riflettere un pò su cosa si sta facendo della propria vita! Se vi va di approfondire l’argomento vi aspettiamo sul camper!


Ascoltiamo l’altro me…

Una giornata no. Di quelle che anche ingoiare un boccone del nostro piatto preferito sembra uno sforzo titanico. Neanche la nostra canzone riesce a tirarci su… Facciamo una passeggiata virtuale tra  le frasi più improbabili di faccialibro…da spanciarsi dalle risate…e invece niente. Ma che è? Gli angoli della bocca sembrano murati dal botulino dopo un intervento mal riuscito. Ci guardiamo pure il centesimo selfie di quei tipi che cambiano compulsivamente le immagini del profilo tre volte al giorno. Sono tutte uguali scattate nel bagno davanti allo specchio con la bocca allungata in avanti (va di moda così) stile papero, o stile altra operazione al botulino mal riuscita. Ancora neanche una risatina piccola piccola…cavolo…sembra preoccupante. Una fastidiosa sensazione sembra essersi impossessata della nostra pancia e non se ne vuole andare. Non si capisce chi l’abbia invitata, e a dirla tutta questa presenza indesiderata non ha proprio nessun motivo valido per stare là. Quindi ora sarà meglio che se ne torni da dove è venuta. Già… ma da dove è venuta appunto?? E chi sarebbe poi questa intrusa? Sembra proprio assomigliare molto a quella goffa tipetta blu che nel cartone animato inside out chiamano tristezza (detta anche “mai una gioia”). Eh no eh… non possiamo farci vedere con questo muso lungo altrimenti chissà che diranno gli amici… noi che siamo sempre stati i festaioli di turno, quelli che non si perdono mai una serata, quelli che hanno sempre la battuta pronta. Piacciamo a tutti proprio per questo del resto no?  Ma oggi in realtà non abbiamo voglia proprio di parlare con nessuno. Chi, noi? I chiacchieroni di turno quasi a rischio logorrea? Già. Altra cosa preoccupante. Forse dovremmo contattare uno psicologo. Forse siamo proprio alla frutta. Forse abbiamo una doppia personalità…stiamo scivolando nella depressione…non siamo poi così simpatici e allegri…rimarremo soli…la nostra vita è finita…aaaaaaaagggghhh!!! Altttttt!!! Freniamo questa deriva disperata per carità. Sembriamo uno di quei cartoni animati giapponesi quando si agitano talmente tanto che si ritrovano con la faccia sformata, vediamo di non peggiorare la situazione. Qualcuno (più saggio di un cartone animato giapponese) diceva che non dobbiamo cercare di far andare le cose come vogliamo ma accettare le cose così come vanno. E poi la nonna dice sempre che non tutto il male viene per nuocere. E se fosse vero? Ci mettiamo sul divano e proviamo a parlare con questo scomodo intruso…che magari è lì per dirci qualcosa? Uhm… e va bene, tanto altro non riusciamo proprio a fare. Del resto la psicologia insegna che emozioni come la tristezza o la rabbia non vengono mai per caso. E se persistono è perché le accogliamo nel modo sbagliato, sperando che se ne vadano il più presto possibile. Chi, noi? Noooooo… Beh, e anche fosse, ma che avrebbe di tanto importante da dirci questa tristezza?? Magari che ci sono tante cose di noi stessi che non abbiamo ancora scoperto e che meritano attenzione. Che forse non ci va sempre di sorridere, soprattutto quando si ostinano a fare battute antipatiche su quelle cose che in realtà ci feriscono… non siamo mica macchine da cabaret! E che magari quel commento a sproposito che abbiamo volutamente ignorato in realtà ci è rimasto incastrato sullo stomaco. O che quelle cose che a tutti piacciono a volte non ci divertono affatto… Che non siamo proprio esattamente come ci ostiniamo a mostrarci agli altri ogni giorno. E che quell’altra parte di noi, un po’ più in ombra… magari non è proprio niente male e merita la nostra attenzione!!

Alla fine dobbiamo ammetterlo, questa storia dell’inquilina sgradita aveva un suo significato… ben venga un momento di silenzio ogni tanto… potrebbe darci la chiave per aprire porte che non avevamo notato… e scoprire mondi che ci attendono, tutti dentro di noi!

C.C.


Fumi?

Quanti condividono un momento fumandosi una sigaretta! Sembrerebbe che gesticolare con la sigaretta, fare un tiro ogni tanto ci faccia sentire bene, spigliati, come se quell’atteggiamento ci sostenga nella conversazione.

Solitamente si comincia molto giovani, 12/13 anni…si prova, ci si sente in qualche modo più  grandi e pronti ad entrare nel mondo degli adulti.

A quell’ età non si può prendere sicuramente in considerazione il fatto che forse quel  vizio nel tempo potrebbe diventare non così salutare. La sigaretta è solo vista come un momento rituale…aprire il pacchetto, avere l’accendino magari più figo, accenderla senza che il vento ci impedisca di farlo…insomma un’arte.

Si continua nel tempo e poi ci convinciamo che senza di essa non riusciamo a fare più nulla. Ci permette di “staccare” un attimo da un impegno…mamma mia quanto devo studiare! Mi fumo una sigaretta poi ricomincio…

Ecco, così, diventa sempre più una necessità.  Il primo pensiero è quello di avere il pacchetto sempre con sé, è un cruccio che accompagna tutta la giornata.

Oggi molte sono le campagne contro il fumo partendo proprio dai pacchetti di sigarette dove si leggono slogan sulla sua nocività. Quasi ovunque ormai è vietato fumare  se non fuori. In autobus, in ufficio, nei ristoranti c’è quel cartello che ci ricorda che è vietato e che un certo “Mario Rossi” tutela questo divieto assoluto.

Capita spesso di vedere persone infreddolite fuori dei locali, appoggiati al muro riparati dal freddo che furtivamente si accendono una sigaretta facendo 10 tiri al secondo perché devono rientrare…a cena intanto si stava parlando di una cosa interessantissima …

Allora tutto il rituale? Il gusto di fumarsi una sigaretta in compagnia dov’ è finito? Perché si continua a fumare allora? Il corpo ormai ce lo chiede, ne ha necessità. Anni di nicotina ci hanno resi dipendenti da essa. Sembra che smettere di fumare sia una delle cose più difficili da fare: libri, terapie, gruppi di aiuto, maghi…insomma una vasta gamma di metodi per smettere. Ora poi c’è anche  la sigaretta elettronica. Il boom di vendite in un paio di anni. Fa male lo stesso? No, sì…forse. Intanto molti si sono riavvicinati alla vecchia sigaretta, con il suo bel rituale…ah aprire il pacchetto nuovo è fantastico!!

Eppure in quella sigaretta ci sono una miriade di sostanze diverse che in combustione diventano un cocktail micidiale per il nostro corpo. Il loro impatto è assolutamente devastante e non solo per chi fuma. Il fumo passivo è altresì nocivo e spesso causa patologie importanti.

Noi parliamo spesso con i ragazzi di sostanze stupefacenti, di alcol e poche volte in effetti  viene fuori il discorso del fumo di sigaretta…perché non lo facciamo assieme? Dai, se ci venite a trovare ne parliamo magari fumandoci una sigaretta…E NO! Sul camper non si fuma!…


Follemente…te stesso!

Una classica serata in piazza del Papa. Gente ai tavoli, gente agghindata all’ultima moda, in piedi ferma con l’immancabile sigaretta in mano, o seduta davanti ad un bicchiere. Ragazze e ragazzi che chiacchierano, sorridono. O si annoiano, con lo sguardo di chi pensa “eccoci qua, stessa piazza, stesse facce, stessa storia di ogni venerdì sera….” E poi ci sono quei tavoli che quando li guardi ti chiedi “oh, ma l’avranno teletrasportati qui dal divano e non se ne sono accorti..? “ Dev’essere così, perché non sembrano sapere di trovarsi ad un tavolo con altre persone, non notano il mondo circostante…lo sguardo fisso verso il basso, sotto il tavolo… devono essere senz’altro sotto ipnosi. Saranno stati gli alieni? Inizi a preoccuparti. E poi ti accorgi che sei il solito/la solita antiquato/a, peggio di Nonna Papera. Stanno semplicemente scorrendo le ultime news di faccialibro, o chiacchierando su whatsapp. Perché adesso funziona così, cavolo non lo sai? Non va più di moda chiacchierare faccia a faccia, fa molto più trendy la comunicazione via supermegaiphone. Che in effetti è così mega che ad usarlo come telefono sembra di parlare al citofono, quindi è chiaro che è stato concepito per chattare. Chiacchierate di mezz’ora senza neanche muovere il labiale, chi l’avrebbe mai detto solo una decina di anni fa. E con questa riflessione torni a sentirti Nonna Papera. E allora cerchi di inserirti nell’ambiente, ti accendi una sigaretta con fare assente, ordini un drink, chiacchieri con qualcuno, ma senza esagerare, ogni due o tre minuti ti assenti come da copione per controllare i messaggi che qualche amico lontano ti sta inviando. Bevi un po’, ma non troppo. Chiacchieri un po’, ma non troppo. Ti diverti un po’, ma decisamente non troppo. Sorridi, ti apri un po’, ti racconti, ancora decisamente non troppo. E finalmente ti rilassi e smetti di farti troppe domande: e che rottura se no, sempre a fà il bastian contrario, che vuoi di più dalla vita? In questo equilibrato (e un pochino noioso a dirla tutta) venerdì sera, ad un certo punto compaiono due figure inusuali: sono due anziani greci, vestiti in modo troppo inusuale. Iniziano a ballare una danza strana, con musica altrettanto strana. E ridono, fin troppo, sotto quei baffoni retrò. E mentre ballano si avvicinano, si abbracciano, saltellano, si divertono, decisamente troppo! Ecco, giusto quando ti eri adattato alla situazione e avevi smesso di farti domande. Un po’ come ieri, eri sulla strada per l’ufficio in una grigia mattinata lavorativa e compare il tizio al semaforo che balla più convinto di michael Jackson con in testa le cuffione da rapper. Come se  non esistesse nient’altro che la musica nelle sue orecchie. Come se nessuno lo stesse guardando chiedendosi perché dopo la brillante svolta della chiusura dei manicomi non c’è però nessuno a pensare a questi poveracci, o peggio, drogati. Lui però non si sente un poveraccio e neanche si droga. Neppure i due baffuti greci danzanti. Però se la ridono a crepapelle e si divertono un mondo. E allora improvvisamente butti la sigaretta, butti pure il drink e pure la giacca. E inizi a sballonzolare goffamente imitando quella danza strana che non conosci, tiri dentro qualche malcapitato e lo prendi sotto braccio anche se non l’hai mai visto, zompetti come un matto e soprattutto ridi, troppo, come quando ti viene il mal di pancia e ti manca il respiro. E che meraviglia, ora hai capito che non era la moda, non era la sobrietà, non era la piazza o la gente o l’Iphone o questa stupida città noiosa, solo quel maledetto giudice interno che continuava a impedirti di divertirti..troppo!! Evviva, che liberazione!!! Pensi mentre urli tra gli sguardi attoniti dei tuoi amici e ridi sguaiatamente e sgangheratamente. Che meraviglioso senso di libertà!!! E non hai neanche bevuto il tuo cocktail…A saperlo che la vita era così bella e facile yeaaahhhhh!!!!! yuppiii……. driiiiiiiiiiiin!!!!!!!! Come sarebbe a dire “driiiiin”??…che significa…oh no….La sveglia!!!!!!…. era un sogno, no… voglio tornare lì era troppo divertente….

Eppure, pensi, dipende solo da te. La libertà di essere follemente te stesso è lì dietro l’angolo…. e non ha bisogno di sostanze stupefacenti. Pensaci, per il prossimo venerdì sera….!!!!!

(Ogni riferimento a persone e fatti realmente accaduti, NON è del tutto casuale)

Chiara Crocianelli – operatrice Informabus


Liberi liberi siamo noi…

Che significato ha per voi la libertà?

Un concetto su cui centinaia di filosofi, studiosi, letterati e chi più ne ha più ne metta, hanno speso migliaia di parole e riflessioni. In centinaia di anni. E oggi? A furia di rifletterci su, dopo tutti questi secoli di studi, ormai dovremmo pur aver imparato a godercela questa libertà… che ne dite?

Eppure in tutto questo tempo la libertà ha cambiato “forme” e “abiti” a seconda delle epoche… probabilmente perché sia nella storia personale, che nella storia dell’uomo, la libertà è un qualcosa che va conquistato a piccoli passi, andando a riempire gli spazi tra le regole del vivere comune. Oppure semplicemente perché, come diceva un tale di nome Erich Fromm, “L’uomo crede di volere la libertà. In realtà ne ha una grande paura.  Perché la libertà lo obbliga a prendere delle decisioni, e le decisioni comportano rischi”.

Insomma, che confusione! Questa cara libertà appare più complessa del previsto: discussa, ma profondamente amata, tanto che un paio di secoli fa la Francia e gli USA hanno deciso di omaggiarla con una statua (e l’idea ha avuto un discreto successo, come saprete..!!). Pensate che lady Liberty con la sua fiaccola era la prima ad accogliere centinaia di migranti che avevano lasciato tutto nel loro paese, per tentare fortuna in nord America, per trovare là la loro libertà di costruire una nuova vita.

Se andrete ad Ellis Island, troverete un museo con le foto di questi migranti di allora (tra cui magari qualcuno dei nostri antenati: sicuramente tantissimi italiani!) e una voce narrante che vi racconterà storie di grande coraggio e sacrifici… Sono davvero racconti emozionanti!!

Certo è insomma che questa libertà non è e non è sempre stata esattamente a portata di mano.

Ma (vi chiederete) cosa ha a che vedere tutto questo discorso con noi dell’Informabus?  Volevamo prenderci la libertà di essere un po’ filosofi anche noi? Non esattamente..

Spesso infatti anche all’interno del nostro camper si parla di “libertà”: intesa a volte come libertà di rischiare, di andare contro le regole, di sperimentare magari sostanze o comportamenti illegali. Ed è sempre un discorso molto interessante, perché ci permette di riflettere con voi e ascoltare le vostre idee!

Insomma, potremmo forse dire che in questo mondo splendidamente complesso l’esigenza di libertà è da sempre sacrosanta per l’uomo, ma che  ci sono infiniti modi di viverla e sognarla. Tutti plausibili. Ma molto diversi.

C’è ad esempio chi vuole conquistare la propria libertà di rischiare, e chi rischia tutto per essere più libero..

Ma in tutta questa diversità… sapremmo riconoscere le libertà che ci rendono davvero liberi da quelle che possono renderci schiavi?

Tornando al caro vecchio Fromm (che la sapeva lunga) potremmo forse dire che per guadagnarci una porzione di libertà in più, dovremmo di pari passo avere maggiore consapevolezza e saper come affrontare i rischi che questa comporta..?

Che ne pensate?

 

Articolo scritto da Chiara Crocianelli, operatrice Informabus


Desidero dunque sono

Quando vi è capitato l’ultima volta di sognare ad occhi aperti? Di avere un grande desiderio da realizzare? Di sentirvi come un bambino di cinque anni a cui viene chiesto “cosa vuoi fare da grande”? E che risponde con solenne convinzione “l’astronauta!”?

Attenzione, non sto parlando di sogni indotti da sostanze psicotrope! Ma di desideri che ci fanno volare alto a mente lucida… e che hanno come unico effetto collaterale una forte sensazione di ottimismo. Pensate che i sogni ad occhi aperti siano roba da bambini? Beh, ricordatevi che i bambini la sanno lunga sul come godersi la vita…: possono volare tranquillamente su Marte con il semplice uso della fantasia, e sanno sempre cosa vogliono fare da grandi. Ma quando cresciamo lo dimentichiamo, iniziamo a perdere ottimismo, e ad annoiarci facilmente…. e la noia va spesso a braccetto con i comportamenti a rischio, in primis l’uso di sostanze (con le quali cerchiamo a volte di tornare su Marte..)

Oggi vi proponiamo un ottimo antidoto: esprimete un desiderio!! E per invogliarvi a provare questa semplice tecnica, vi raccontiamo una storia. E’ una storia vera, ma visto che siamo in tema di bambini ci piace iniziarla così:

C’era una volta a Salvador de Bahia, nel nordeste del Brasile, un uomo coraggioso, che creò un’associazione insieme ad altri collaboratori, per aiutare i bambini di strada, molti dei quali erano dipendenti da droghe pesanti, vivevano di piccoli furti, e rischiavano quotidianamente la vita. Era un lavoro complesso, così come erano complesse e tragiche le storie di vita dei “meninos de rua”. Un giorno il più grande teatro della città offrì dei biglietti gratis all’associazione per uno spettacolo di danza classica. Bambini di strada ad un balletto classico? Gli educatori si chiesero cosa avrebbero combinato in un contesto del genere, e tentennarono…Ma poi decisero di rischiare.

Durante tutto lo spettacolo i bambini rimasero immobili e silenziosi. All’uscita uno di loro disse: “perché non potremmo farlo anche noi?”

E questo fu il primo desiderio di bambini che fino a quel momento sentivano di non avere più nulla da perdere. Un desiderio che diede il via ad un enorme progetto in cui centinaia di ragazzini e bambini hanno ricominciato a sognare, ricostruendo la loro vita grazie all’arte e alla danza. E soprattutto ai loro desideri. Molti ex meninos de rua oggi sono ballerini o musicisti professionisti. Il progetto si chiama Axé, e il suo motto è “desidero, dunque sono!”

Quell’uomo coraggioso si chiama Cesare Florio La Rocca, creatore del progetto e della pedagogia del desiderio.

Perché vi abbiamo raccontato questa storia? Perché ci sembra un ottimo esempio di come impegnarsi per realizzare un sogno possa prevenire i comportamenti a rischio… e renderci più felici!! Provare per credere!

 

….Avete già espresso un desiderio?

 

Articolo scritto da Chiara Crocianelli, operatrice Informabus


Etilometro: con noi è meglio!!

Conoscete l’etilometro? L’avete mai fatto?

L’etilometro è uno strumento che misura la quantità di alcool contenuta nel sangue.

Probabilmente vi sarà capitato almeno una volta di essere fermati dalla Polizia stradale per un controllo, e magari di aver dovuto soffiare all’interno di un tubicino. E forse vi sarà anche capitato, dopo aver soffiato in quel tubicino, di restare in apnea qualche secondo scrutando l’espressione dell’agente…riuscendo ad inspirare di nuovo solo dopo aver udito le magiche parole: “può andare!”

O, ancora forse, vi sarà successo di restare in apnea un po’ più a lungo… sperando ardentemente di potervi teletrasportare altrove, mentre l’espressione dell’agente sembra non promettere nulla di buono…

Purtroppo, come ben sapete, il teletrasporto per il momento non è stato ancora inventato. Ma la buona notizia è che potete comunque evitarvi questi momenti di ansiosa apnea… e soprattutto prevenire possibili rischi ben più gravi (per l’incolumità vostra e di altri, nonché per il vostro portafogli e la vostra patente). La soluzione non è in nessuna delle leggendarie “pozioni” che alcuni suggeriscono per “truffare” l’etilometro: il famoso “tubicino” non mente e né il latte né le gomme da masticare (o i vari intrugli che state cercando di mettere a punto insieme al teletrasporto) vi saranno di aiuto.

Ma, attenzione attenzione, se passate a trovarci prima di mettervi alla guida…l’etilometro ve lo facciamo noi!! Niente multe e niente ansie, solo informazioni gratuite che vi consentiranno di sapere quando potete di nuovo mettervi su strada in tranquillità!

…E se noi non siamo nelle vicinanze? Ogni locale dovrebbe avere il suo etilometro e potete richiederlo per auto-testarvi.

Quando passate a trovarci chiedeteci anche gli etilometri monouso, potranno esservi utili!

Aggiungiamo che, ovviamente, la migliore prevenzione è l’auto consapevolezza: ovvero imparare a regolarsi responsabilmente, ricordando sempre che l’alcool, pur essendo legale, è comunque una droga pesante e come tale va “maneggiato con cautela”. Come ogni sostanza stupefacente l’alcool altera infatti le nostre percezioni, tra le altre cose riduce il campo visivo e rallenta i riflessi, diminuendo nel contempo l’autocontrollo e la percezione del pericolo. Ecco perché è così pericoloso mettersi alla guida dopo aver bevuto troppo. Ed ecco perché i tanto temuti controlli sono anche uno strumento importante di prevenzione e tutela per tutti noi.

E se volete saperne di più…vi aspettiamo ovviamente sul nostro camper per ogni informazione!!


Dopo la corsa allo sballo…. Ci sballiamo di corsa!!!

Mai sentito parlare di “runner’s hight”? Letteralmente significa: lo sballo del runner.

Eh sì, perché anche la corsa può sballare! Ma tranquilli, nulla di pericoloso, si tratta solo di un’incremento della produzione di endorfine nel nostro corpo!

Cosa sono le endorfine? Sono sostanze prodotte dal nostro cervello dotate di proprietà analgesiche e fisiologiche simili a quelle della morfina e dell’oppio.. E una buona attività fisica è sufficiente per portare il nostro cervello a produrle, a costo zero… e soprattutto senza i rischi correlati all’assunzione di sostanze psicoattive. Uno sballo sano, tutto naturale. Insomma una droga legale… Provare per credere!

Non è infatti un segreto che lo sport in generale abbia effetti positivi sull’umore e sul benessere. Il nostro corpo è una macchina meravigliosa, dotata di tutte le risorse necessarie per farci sentire bene… a patto che lo trattiamo con attenzione e rispetto, ovviamente!

Perché come ogni macchina meravigliosa e complessa, ha bisogno di essere trattato con cura, ma anche con una certa curiosità: più abbiamo voglia di sperimentarci, più possibilità avremo di scoprire cosa ci fa stare bene…

Attenzione però a non esagerare…. Sì perché anche le droghe buone, un po’ come la cioccolata possono dare dipendenza e assuefazione… esistono anche gli sport-dipendenti!! Per non parlare poi dell’assunzione di sostanze che aiutano a sostenere lo sforzo fisico.. a quel punto il divertimento è già finito e con esso tutti i benefici.

Insomma pensate a divertirvi con lo sport, ma senza “andarci in fissa”!

E voi ragazze/i, sportivi e non, danzatrici e danzatori, calciatori, giocatori di calcio o baseball o pingpong… skaters, amanti del monopattino, biliardinoaddicted, runners sballati e chipiunehapiunemetta……che ne pensate? Raccontateci il vostro sballo sportivo preferito!!!!!!!