Sostanze stupefacenti e disturbi psichiatrici

Il tragico fatto di cronaca nera di Ancona di pochi giorni fa in cui un ragazzo di 26 anni ha ucciso a coltellate un suo coetaneo ci da lo spunto per parlare del rapporto tra l’uso di droghe e disturbi psichiatrici. Da quello che si sa fin’ora il ragazzo che ha compiuto l’omicidio negli ultimi tempi aveva subito due t.s.o. (trattamento sanitario obbligatorio) e nel suo video delirante ammette di aver fatto uso di cocaina.

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Le ricerche esistenti sul rapporto causale tra i disturbi psichiatrici e quelli  derivanti da sostanze stupefacenti sottolineano come i sintomi dei disturbi mentali e dei problemi legati alla tossicodipendenza interagiscono l’uno con l’altro e si influenzano vicendevolmente.                                                      Quando in una persona coesistono un disturbo dovuto al consumo di droghe e un altro disturbo psichiatrico, si parla di “comorbilità“, o doppia diagnosi.

La relazione che lega tossicodipendenza e disturbo psichiatrico può essere di vario tipo.
In un primo caso, la tossicodipendenza può essere conseguenza di una problematica psichiatrica (autoterapia). In questo senso molti pazienti tentano di curare il loro disturbo mentale da soli e l’uso della sostanza subentra in un secondo momento. In una seconda condizione le sostanze possono precedere, causare o slatentizzare una sintomatologia psichiatrica indotta da un’intossicazione, da una crisi d’astinenza o dagli effetti persistenti del consumo prolungato della sostanza.
Infine, il disturbo mentale e la tossicodipendenza possono essere paralleli e la causalità del tutto indipendente; in genere poi interagiscono aggravandosi a vicenda.

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Per dare qualche percentuale oggi in Europa il 30-50 % circa dei pazienti psichiatrici soffre non solo di disturbi mentali, ma anche di disturbi derivanti dal consumo di sostanze di vario tipo.
Purtroppo i pazienti affetti da comorbilità sono spesso sballottati tra servizi psichiatrici e servizi per tossicodipendenze, senza ricevere una valutazione o un trattamento adeguato e altrettanto frequentemente il personale dei centri terapeutici non ha ricevuto la formazione adeguata per trattare con pazienti affetti da comorbilità, poiché la sua formazione è di solito di tipo specialistico.                                                                                           

Queste difficoltà dei servizi sanitari a gestire situazioni cosi complicate può avvicinarci a capire come possa accadere un episodio grave come quello verificatosi al quartiere Pinocchio. Il confinamento dovuto alla pandemia, inoltre sembra aver contribuito ad acuire il disagio del giovane anconetano; infatti le condizioni di vita, ambientali in cui vivono le persone sono un altro fattore determinante nel loro benessere o nel loro disagio.

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La strada da fare per tenere sotto controllo condizioni problematiche come queste è ancora lunga; possiamo solo augurarci che quest’episodio serva a tentare di percorrerla con più decisione e motivazione di prima.