Nuove Droghe


Finora nel 2021 sono state rilevate ben 128 nuove droghe, 90 delle quali sono state segnalate in Italia. A rivelarlo sono i membri dell’Istituto Superiore di Sanità, che hanno presentato un nuovo Report che fa luce sulla situazione in Europa e nel nostro Paese in merito alla diffusione delle sostanze stupefacenti.

Le nuove droghe individuate dal Sistema Nazionale di Allerta Precoce (SNAP) appartengono prevalentemente a tre differenti classi.

La prima è la classe dei catinoni: sostanze stimolanti derivanti dal khat, Catha edulis, una pianta originaria del Corno d’Africa e della penisola arabica. Si tratta di stimolanti simili alle amfetamine, spesso note come sali da bagno, possono contenere il sostituto del catinone mefedrone.                    Gli effetti  possibili sono mal di testa, tachicardia e palpitazioni, allucinazioni, agitazione, una maggiore resistenza e tolleranza al dolore e la propensione al comportamento violento. Nei casi più gravi si possono presentare infarto del miocardio, insufficienza renale e insufficienza epatica.

La seconda quella degli oppioidi sintetici analoghi del Fentanil una sostanza potente circa 100 volte più della morfina chein dosi elevate può indurre ipotensione arteriosa, depressione respiratoria, insufficienza cardio-circolatoria (fino all’edema polmonare acuto), il coma e la morte.

I cannabinoidi sintetici sono spesso chiamati anche erba sintetica, e sono considerati alternative alla semplice marijuana. In realtà, si tratta di composti dagli effetti imprevedibili e con un’azione sul cervello molto più potente di quella della normale erba. In alcuni casi i cannabinoidi sintetici, però, possono provocare gravi effetti sul cervello o sull’organismo, che in casi estremi potrebbero diventare anche mortali.

I nomi comunemente usati per i cannabinoidi sintetici sono: Spice, K2, X, Tai high hawaiian haze, Mary joy, Exodus damnation, Ecsess, Devil’s weed, Clockwork orange, Bombay blue extreme, Blue cheese, Black mamba, Annihilation.


Sostanze stupefacenti e disturbi psichiatrici

Il tragico fatto di cronaca nera di Ancona di pochi giorni fa in cui un ragazzo di 26 anni ha ucciso a coltellate un suo coetaneo ci da lo spunto per parlare del rapporto tra l’uso di droghe e disturbi psichiatrici. Da quello che si sa fin’ora il ragazzo che ha compiuto l’omicidio negli ultimi tempi aveva subito due t.s.o. (trattamento sanitario obbligatorio) e nel suo video delirante ammette di aver fatto uso di cocaina.

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Le ricerche esistenti sul rapporto causale tra i disturbi psichiatrici e quelli  derivanti da sostanze stupefacenti sottolineano come i sintomi dei disturbi mentali e dei problemi legati alla tossicodipendenza interagiscono l’uno con l’altro e si influenzano vicendevolmente.                                                      Quando in una persona coesistono un disturbo dovuto al consumo di droghe e un altro disturbo psichiatrico, si parla di “comorbilità“, o doppia diagnosi.

La relazione che lega tossicodipendenza e disturbo psichiatrico può essere di vario tipo.
In un primo caso, la tossicodipendenza può essere conseguenza di una problematica psichiatrica (autoterapia). In questo senso molti pazienti tentano di curare il loro disturbo mentale da soli e l’uso della sostanza subentra in un secondo momento. In una seconda condizione le sostanze possono precedere, causare o slatentizzare una sintomatologia psichiatrica indotta da un’intossicazione, da una crisi d’astinenza o dagli effetti persistenti del consumo prolungato della sostanza.
Infine, il disturbo mentale e la tossicodipendenza possono essere paralleli e la causalità del tutto indipendente; in genere poi interagiscono aggravandosi a vicenda.

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Per dare qualche percentuale oggi in Europa il 30-50 % circa dei pazienti psichiatrici soffre non solo di disturbi mentali, ma anche di disturbi derivanti dal consumo di sostanze di vario tipo.
Purtroppo i pazienti affetti da comorbilità sono spesso sballottati tra servizi psichiatrici e servizi per tossicodipendenze, senza ricevere una valutazione o un trattamento adeguato e altrettanto frequentemente il personale dei centri terapeutici non ha ricevuto la formazione adeguata per trattare con pazienti affetti da comorbilità, poiché la sua formazione è di solito di tipo specialistico.                                                                                           

Queste difficoltà dei servizi sanitari a gestire situazioni cosi complicate può avvicinarci a capire come possa accadere un episodio grave come quello verificatosi al quartiere Pinocchio. Il confinamento dovuto alla pandemia, inoltre sembra aver contribuito ad acuire il disagio del giovane anconetano; infatti le condizioni di vita, ambientali in cui vivono le persone sono un altro fattore determinante nel loro benessere o nel loro disagio.

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La strada da fare per tenere sotto controllo condizioni problematiche come queste è ancora lunga; possiamo solo augurarci che quest’episodio serva a tentare di percorrerla con più decisione e motivazione di prima.


Per il compleanno dei 18 anni…

Avete sentito parlare della morte della ragazza della provincia di Terni che per il suo diciottesimo compleanno aveva ricevuto come regalo dal ragazzo la sua prima dose di eroina? Purtroppo è stata anche l’ultima.. dose… ed esperienza della sua vita; infatti la mattina del giorno in cui avrebbe dovuto festeggiare questo giorno speciale, Maria Chiara è stata trovata morta a casa del fidanzato. Lui ha detto che di aver assecondato il suo desiderio di provare l’eroina per celebrare la sua maggiore età. Avevano “smezzato” 20 euro di roba.

Solo qualche mese fa sempre in Umbria, sempre in provincia di Terni 2 ragazzini di 13 e 14 anni erano morti in seguito all’assunzione di metadone. Questi terribili episodi dimostrano che le informazioni sui diversi effetti e rischi correlati all’uso delle diverse droghe non arrivano a destinazione; è paradossale che questo accada nella cosiddetta “era dell’informazione”, in cui chiunque può cercare notizie su qualsiasi cosa. Eppure sembra non si percepisca più la differenza tra farsi una canna e una dose di eroina o cocaina e si tende a mischiare tutto.

Secondo la relazione annuale al Parlamento sulle tossicodipendenze il 33,6% degli studenti tra i 15 e 19 anni ha fatto uso di una sostanza psicotropa illegale, e il 10,6% di due o più sostanze. Anni fa chi faceva uso di sostanze spesso ne aveva una d’elezione, oggi invece sono in molti di più ad usare più sostanze (policonsumo). A farsi di eroina arrivava qualcuno alla fine di un percorso di anni di uso di droghe, mentre ora si può provare la roba molto presto e con grande facilità, leggerezza ed inconsapevolezza. Dalla suddetta relazione risulta che 38000 giovani tra i 15 e 17 anni usano regolarmente eroina e 74000 cocaina, due droghe pesanti che causano danni gravissimi all’organismo, in particolare se assunte durante lo sviluppo.

Le morti per overdose d’eroina nel 2019 sono state 373, con un aumento del 11% rispetto all’anno precedente, ma se ne parla poco. I prezzi delle droghe pesanti sono scesi molto, cosi come l’attenzione, la consapevolezza e le campagne informative sul tema in questione. Inoltre si sono diffuse le nuove droghe sul web. Insomma la situazione è allarmante e merita di essere presa seriamente in considerazione. Il servizio Informabus da oltre 15 anni continua a distribuire materiale informazioni sulle diverse droghe (legali e non) spiegando ai giovanissimi i rischi e gli effetti di questi, ed altri comportamenti a rischio. Vi aspettiamo per le vie della città di Ancona per parlarne e confrontarci!


Guerra alla droga?

Tante volte ragazzi e ragazze saliti sul camper Informabus mi hanno chiesto se io, che parlavo loro di rischi legati all’uso e abuso di sostanze, fossi a favore della legalizzazione delle droghe, in particolare di quelle leggere; oggi affrontiamo proprio tale questione.                                                             

Il 7 maggio scorso, la Global Commission on Drug Policy ha pubblicato un nuovo rapporto sull’applicazione delle leggi sulla droga nel mondo.
Fondata da ex capi di Stato o di governo, da leader esperti e noti del mondo politico, economico e culturale, la Commissione è senza dubbio tra i più autorevoli soggetti internazionali in sostegno a politiche sulla droga basate su prove scientifiche, diritti umani, salute pubblica e sicurezza.

Ciò che emerge è che dopo cinquant’anni di approccio repressivo e “militarista”, la guerra alla droga ha fallito nel ridurre il consumo di sostanze stupefacenti e nel contrastare efficacemente il narcotraffico internazionale ed ha ulteriormente impoverito ed emarginato le fasce più deboli della popolazione.       

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Le 52 pagine, ricche di dati e analisi, del rapporto si traducono in un appello a tutti gli Stati affinché riconoscano l’inadeguatezza delle leggi repressive sul consumo e il possesso di sostanze e avviino riforme coraggiose in materia. Si invitano inoltre gli Stati a riconoscere la natura transnazionale delle organizzazioni criminali e a dotarsi di adeguati strumenti che consentano alle forze dell’ordine di coordinarsi a livello internazionale. Viene inoltre rilevato come la regolamentazione delle droghe, partendo proprio dai dati che arrivano dai Paesi che hanno legalizzato la cannabis, unitamente ad un approccio che dia priorità a salute, pubblica sicurezza e diritti umani, rappresenti “la via responsabile per indebolire la criminalità organizzata e al contempo per salvaguardare principi più ampi di giustizia, sviluppo e inclusione sociale ed economica”.

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La Commissione infrange quindi il tabù sulle conseguenze negative della cosiddetta “war on drugs”, chiedendo agli Stati membri del’ONU, e quindi anche all’Italia, un cambiamento di paradigma affinché si dia priorità alla tutela del cittadino attraverso interventi di prevenzione e di riduzione del danno e del rischio nel consumo di sostanze, e si abbandonino leggi repressive che colpiscono esclusivamente i consumatori.                                   

Daltronde è risaputo che le carceri sono piene di persone detenute per reati inerenti alle droghe: l’Italia con il 31,3% dei detenuti ristretti per violazione delle leggi sulla droga continua a essere come l’anno scorso il Paese del Consiglio d’Europa con il più alto numero di condannati in via definitiva per reati di droga. L’Italia stacca di più di 12 punti percentuali Spagna (19%) e Francia (18,3%), di quasi 20 punti la Germania (12,6%) e si mantiene ben oltre la media europea ferma al 18%.                                             

Se l’esito di questo rapporto venisse preso in considerazione, con i soldi risparmiati passando da un approccio repressivo ad uno preventivo, servizi come l’Unità di Strada Informabus potrebbero essere potenziati ed essere anche più efficaci. Chissà quando cambiera’ questo paradigma?


Le dipendenze al tempo dei coronavirus

Queste settimane di isolamento e segregazione forzata a casa sono difficili per tutti, ma per alcuni anche di più; pensate per esempio a chi ha problemi di dipendenza. Non importa se a mancare è un sentimento, una persona oppure una sostanza. Il risultato, in gradi differenti, sarà sempre lo stesso: malessere, tanto malessere. È questo il prezzo da pagare. Il prezzo più alto però sarà quello che pagherà chi non riesce a fare a meno di sostanze illegali e gioco d’azzardo. A differenza di chi può comprare alcol al supermercato, o a chi gioca d’azzardo on line, chi invece è schiavo di droghe illecite e di bingo, gratta e vinci, slot machine si trova in grande difficoltà. Con le limitazioni agli spostamenti, le sostanze illegali potrebbero col tempo diventare difficili da reperire: ciò può creare un corto circuito in chi non riesce a smettere di fare uso di droghe illecite. Essere a secco, in questi giorni blindati, per chi ha una dipendenza rilevante può risultare più drammatico dell’essere contagiati. Molte le persone denunciate perché uscite per procurarsi droga: una condizione che non viene considerata uno stato di necessità autocertificabile per gli spostamenti.

I consumatori di droga, in Italia, sono milioni, e per molti sarà difficile interrompere i propri consumi, rinunciare alla compagnia della propria sostanza, soprattutto in questi giorni tesi e carichi di paure. Il rischio è che si passi alla dipendenza di altre sostanze legali come l’alcol o i farmaci, che possono essere più facilmente reperibili, oppure che si alimenti il traffico di droghe tramite l’e-commerc. Si potrebbe provare a ridurre i consumi, perché nel caso ci si dovesse trovare in astinenza forzata, questa possa essere meno dolorosa possibile, ma in una situazione di solitudine ed ansia acuite ciò non è per niente facile. Costretti a rimanere in casa risulta più difficile fuggire dai propri fantasmi. 

Questo momento di clausura forzata può essere però l’occasione per prendere in mano la propria vita. Non è un caso che molti istituti per la cura delle dipendenze in questi giorni stanno ricevendo tante telefonate. Molti chiamano per dipendenze da eroina e cocaina, altri per quelle gioco d’azzardo e porno on line. Dietro l’anonimato della terapia on line può essere più facile mettere a nudo le proprie debolezze e chiedere aiuto. Infatti nella nostra società chi è affetto da queste patologie è ancora stigmatizzato, quindi tende a nascondersi e a non affrontare il problema, quando si rende conto, e accetta di avere un problema. Anche il fatto di parlare ad un terapeuta dalla propria abitazione aiuta le persone a sentirsi più protette e quindi più forti e disposte a prendere in mano la propria esistenza.  Magari persone che non avrebbero mai deciso di chiedere aiuto in tempi normali, durante il coronavirus, proprio a causa della reclusione forzata, hanno pensato di dare provare ad uscire dalla propria dipendenza. Non tutti i mali vengono per nuocere.