Studenti: disagio e suicidi

Oggi vogliamo affrontare un tema tra i più spigolosi: i suicidi tra i giovani, in particolare tra gli studenti: 4 episodi nei primi 2 mesi del 2023 e quasi 15 negli ultimi 3 anni. Le motivazioni sembrano essere le stesse: il disagio derivante dalla pressione sociale e la paura di non essere all’altezza dei modelli di performance ed eccellenza imposti dalla nostra società.
La scuola e l’università sicuramente non sfuggono a queste logiche, anzi la direzione è chiara più che mai; addirittura il governo attuale ha cambiato il nome del ministero in questione da “ministero della pubblica istruzione” a “ministero dell’istruzione e del merito”. Bisogna però dire che gesti estremi come il suicidio non possono che avere varie motivazioni. Sicuramente la pandemia ha acuito il disagio rendendo più difficile costruire relazioni significative e genuine.


Negli scorsi mesi non pochi dei giovani suicidatisi avevano fatto credere alla famiglia di essere al pari con gli esami o addirittura di essere in prossimità della laurea.
Lo scorso luglio un iscritto della facoltà di Medicina in lingua inglese, dell’Università di Pavia, prima di togliersi la vita ha inviato un’email al Rettore in cui sottolineava la paura di perdere la borsa di studio e quindi la possibilità di vivere negli alloggi dell’ateneo.
E se fosse proprio la logica del costruire l’eccellenza ad essere foriera di problemi? L’essere fuoricorso, le tasse alte da pagare, il merito come criterio di assegnazione delle borse di studio che vincola il diritto allo studio, lo stress a cui gli studenti sono costretti a causa delle difficoltà nel trovare casa, visto che sono obbligati a spostarsi fuori città e pagare l’affitto per fare i pendolari.

Ai giovani viene chiesto di essere performanti, eccellenti, in regola con gli esami, molti non riescono a tenere il ritmo e ne soffrono, ma non tutti hanno il coraggio di chiedere aiuto.

Anche la pressione dei media ha il suo peso; dello studente si parla solo quando eccelle o quando non regge il fardello della sua sofferenza e si toglie la vita. A chi giova scrivere decine di articoli sullo studente record? Allo studente record e alla sua famiglia. Alla sua università privata, spesso, perché è una forma di marketing. A chi nuoce? A molti altri evidentemente, troppi per essere sepolti nel silenzio. Costruire l’eccellenza ha un prezzo. Ed è quello che gli studenti sono costretti a pagare tutti i giorni.