Farmaci e droghe

Invisibili o quasi. All’apparenza innocue, a portata di mano nei cassetti e negli scaffali di casa: sono le nuove droghe dei giovani. O più precisamente, i farmaci trasformati in droghe. Ansiolitici, antidepressivi, sonniferi, ma perfino antinfiammatori e farmaci oppioidi, impiegati soprattutto nel trattamento del dolore ma sfruttati come stupefacenti per un loro effetto frequente ed importante: la capacità di indurre euforia e rilassare. Questi farmaci vengono mischiati con alcol e cannabis e assunti negli assortimenti più svariati e con la fluidità con cui si amalgama la musica remixata dai dj. Benzodiazepine, codeina, prometazina, sono dei principi attivi, delle sostanze da usare in caso di bisogno e sotto prescrizione medica. Ma oggi a conoscere questi termini non sono solo i dottori o gli esperti, ma anche molti giovani, anzi giovanissimi.

Sui profili Instagram di qualche adolescente si trovano foto di farmaci: sciroppi alla codeina, Xanax, OxyContin, una medicina con una storia nera: oppioide, «parente» della morfina, utilizzato per la terapia del dolore. Negli Stati Uniti è arrivato sul mercato nel 1995 ed è stato pompato dai produttori come antidolorifico «comune». Per molti malati, è stato un sollievo. Ma dal 1999, 200 mila americani sono morti per overdose da OxyContin e farmaci simili. Quattro eroinomani su 5 hanno iniziato la loro storia di dipendenza da antidolorifici di quel genere. E gli Stati Uniti, oggi, stanno affrontando la più drammatica e devastante epidemia di eroina nella storia del mondo occidentale. Ecco perché trovare scatole di OxyContin nella stanza di un ragazzino è il sintomo di un abuso sommerso, di un rischio per il futuro.

Uno sballo agevolato anche dalla facilità con cui si acquista online, per esempio da un sito immobiliare di Teheran in persiano che, con il clic giusto, si trasforma in catalogo inglese di qualunque droga da comprare per poi ricevere il ‘prodotto’ sul divano di casa. Mai come oggi chi abusa di sostanze psicotrope ha problemi sistemici, sviluppa malattie mentali, con il cervello colabrodo. Se il boom di eroina negli anni ‘70 portò alla devastazione del tessuto sociale e allo sviluppo di macrocriminalità (gang di spacciatori) e microcriminalità (eroinomani alla ricerca perenne dei soldi per farsi una pera), l’invasione delle nuove droghe ha fatto molti più danni della regina della droga quanto a malattie psichiatriche. Anche per questo motivo si tratta di un fenomeno da arginare velocemente.


Nuove Droghe


Finora nel 2021 sono state rilevate ben 128 nuove droghe, 90 delle quali sono state segnalate in Italia. A rivelarlo sono i membri dell’Istituto Superiore di Sanità, che hanno presentato un nuovo Report che fa luce sulla situazione in Europa e nel nostro Paese in merito alla diffusione delle sostanze stupefacenti.

Le nuove droghe individuate dal Sistema Nazionale di Allerta Precoce (SNAP) appartengono prevalentemente a tre differenti classi.

La prima è la classe dei catinoni: sostanze stimolanti derivanti dal khat, Catha edulis, una pianta originaria del Corno d’Africa e della penisola arabica. Si tratta di stimolanti simili alle amfetamine, spesso note come sali da bagno, possono contenere il sostituto del catinone mefedrone.                    Gli effetti  possibili sono mal di testa, tachicardia e palpitazioni, allucinazioni, agitazione, una maggiore resistenza e tolleranza al dolore e la propensione al comportamento violento. Nei casi più gravi si possono presentare infarto del miocardio, insufficienza renale e insufficienza epatica.

La seconda quella degli oppioidi sintetici analoghi del Fentanil una sostanza potente circa 100 volte più della morfina chein dosi elevate può indurre ipotensione arteriosa, depressione respiratoria, insufficienza cardio-circolatoria (fino all’edema polmonare acuto), il coma e la morte.

I cannabinoidi sintetici sono spesso chiamati anche erba sintetica, e sono considerati alternative alla semplice marijuana. In realtà, si tratta di composti dagli effetti imprevedibili e con un’azione sul cervello molto più potente di quella della normale erba. In alcuni casi i cannabinoidi sintetici, però, possono provocare gravi effetti sul cervello o sull’organismo, che in casi estremi potrebbero diventare anche mortali.

I nomi comunemente usati per i cannabinoidi sintetici sono: Spice, K2, X, Tai high hawaiian haze, Mary joy, Exodus damnation, Ecsess, Devil’s weed, Clockwork orange, Bombay blue extreme, Blue cheese, Black mamba, Annihilation.


Per il compleanno dei 18 anni…

Avete sentito parlare della morte della ragazza della provincia di Terni che per il suo diciottesimo compleanno aveva ricevuto come regalo dal ragazzo la sua prima dose di eroina? Purtroppo è stata anche l’ultima.. dose… ed esperienza della sua vita; infatti la mattina del giorno in cui avrebbe dovuto festeggiare questo giorno speciale, Maria Chiara è stata trovata morta a casa del fidanzato. Lui ha detto che di aver assecondato il suo desiderio di provare l’eroina per celebrare la sua maggiore età. Avevano “smezzato” 20 euro di roba.

Solo qualche mese fa sempre in Umbria, sempre in provincia di Terni 2 ragazzini di 13 e 14 anni erano morti in seguito all’assunzione di metadone. Questi terribili episodi dimostrano che le informazioni sui diversi effetti e rischi correlati all’uso delle diverse droghe non arrivano a destinazione; è paradossale che questo accada nella cosiddetta “era dell’informazione”, in cui chiunque può cercare notizie su qualsiasi cosa. Eppure sembra non si percepisca più la differenza tra farsi una canna e una dose di eroina o cocaina e si tende a mischiare tutto.

Secondo la relazione annuale al Parlamento sulle tossicodipendenze il 33,6% degli studenti tra i 15 e 19 anni ha fatto uso di una sostanza psicotropa illegale, e il 10,6% di due o più sostanze. Anni fa chi faceva uso di sostanze spesso ne aveva una d’elezione, oggi invece sono in molti di più ad usare più sostanze (policonsumo). A farsi di eroina arrivava qualcuno alla fine di un percorso di anni di uso di droghe, mentre ora si può provare la roba molto presto e con grande facilità, leggerezza ed inconsapevolezza. Dalla suddetta relazione risulta che 38000 giovani tra i 15 e 17 anni usano regolarmente eroina e 74000 cocaina, due droghe pesanti che causano danni gravissimi all’organismo, in particolare se assunte durante lo sviluppo.

Le morti per overdose d’eroina nel 2019 sono state 373, con un aumento del 11% rispetto all’anno precedente, ma se ne parla poco. I prezzi delle droghe pesanti sono scesi molto, cosi come l’attenzione, la consapevolezza e le campagne informative sul tema in questione. Inoltre si sono diffuse le nuove droghe sul web. Insomma la situazione è allarmante e merita di essere presa seriamente in considerazione. Il servizio Informabus da oltre 15 anni continua a distribuire materiale informazioni sulle diverse droghe (legali e non) spiegando ai giovanissimi i rischi e gli effetti di questi, ed altri comportamenti a rischio. Vi aspettiamo per le vie della città di Ancona per parlarne e confrontarci!


Dipendenze da social

In questo articolo parleremo dei rischi che si corrono usando i vari social network, cosa che ormai fa la maggior parte delle persone, di qualsiasi età. Dietro a ciascuno dei vari facebook, instagram, twitter (per citare solo i più diffusi) ci sono programmatori, esperti di marketing che non hanno a cuore il benessere di chi utilizza le loro applicazioni, bensi solo il massimo profitto aziendale.                                                                                           

Come fanno ad arricchirsi queste imprese? Con le pubblicità personalizzate che ci appaiono quando “scrolliamo” le varie pagine. Affinchè noi vediamo più pubblicità cercano il modo di farci stare più tempo possibile sui social; a questo scopo hanno inventato le notifiche di cosa viene pubblicato, di chi ti ha taggato, di chi ha commentato un tuo post, o di chi mi messo mi piace ad un tuo post, etc etc….

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Alcuni programmatori che hanno lavorato per i colossi dell’informatica si sono resi conto, troppo tardi, di aver creato dei mostri; si sono accorti che una volta tornati a casa dal lavoro, invece di trascorrere il loro tempo libero con le rispettive famiglie, si rinchiudevano in una stanza nascosti ad usare le app da loro inventate. Se anche chi ha creato un programma si trova avviluppato nella sua stessa tela, allora figuriamoci quanto possa essere vulnerabile un adolescente! In una fase in cui la confusione, l’insicurezza date anche da un corpo che cambia e non sempre nel modo in cui vorremmo noi, pensiamo a quanto possano essere pericolosi i filtri che ti fanno sembrare più bella, più truccata…                                                                 

In questo modo si rischia di compromettere il senso di autostima e identità dei ragazzi; nel corso di milioni di anni ci siamo evoluti preoccupandoci di ciò che i membri della nostra tribù pensavano di noi, perchè ciò è importante; ma siamo pronti per preoccuparci di ciò che pensano di noi migliaia di persone, tutte quelle con cui entriamo in contatto con i vari social?           

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Per quanto riguarda le notifiche il problema principale è la necessità di distogliere continuamente l’attenzione da ciò che si sta facendo. Ad ogni nuova notifica si deve interrompere l’attività in corso per leggerne il contenuto. E l’eventuale attesa della notifica successiva impedirebbe di rimanere concentrati. Ogni volta che si interrompe l’attività in corso per controllare lo smartphone, il cervello si ritrova a dover ricominciare da capo. Questo comporta uno stress eccessivo. Al quale si aggiunge il continuo stato di allerta legato all’attesa inconscia del suono del telefono. E quando arriva il fatidico “bip” la reazione dell’organismo è quella di produrre gli ormoni dello stress. Reagisce, in sostanza, come una preda braccata da un predatore.

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Siamo abbastanza evoluti per ricevere approvazioni sociali superficiali come “likes” e “cuoricini” ogni 5 minuti? Da quanto ci dice la situazione degli adolescenti americani (l’avanguardia di quello che poi succede all’incirca in tutto il mondo cosiddetto civilizzato) sembrerebbe proprio di no. Tra il 2011 ed il 2013 è iniziato un forte incremento di ansia e depressione. In particolare rispetto al decennio precedente  i casi di ricovero per autolesionismo sono saliti del 62% per le ragazze adolescenti più grandi, trai i 15 e i 19 anni e addirittura del 189% per le preadolescenti, tra i 10 e i 14 anni. Ancora più allarmante l’aumento dei casi di suicidio saliti del 70% rispetto al decennio precedente per le adolescenti più grandi, e del 151% per le preadolescenti dai 10 ai 14 anni.                                           

Questo andamento addita i social media come responsabili; i ragazzi della cosiddetta generazione Z (quelli nati dopo il 1996) sono i primi nella storia ad essersi iscritti ai social alle medie. Un’intera generazione è più fragile, più ansiosa e più depressa; è scesa la percentuale di chi ottiene la patente di guida, è diminuita la percentuale di chi ha storie o relazioni.

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Ciò si verifica perchè le app, i social media ora sono studiati per rivoltare la nostra psicologia contro noi stessi; è fondamentale invece che chi li progetta non pensi solo ad arricchirsi, ma anche a non rovinare la vita di chi  utilizza questi strumenti.                                                                                     

Se ci sentiamo soli, a disagio, dubbiosi o spaventati ricorriamo ad una specie di ciucccio digitale senza il quale non siamo più in grado di affrontare le situazioni.                                                                                            Per molti di noi gli smartphone e le gratificazioni date dai vari social sono cosi importanti che organizziamo la nostra vita attorno ai nostri dispositivi telefonici e le scambiamo per dei valori e per la verità.

Volendo un pò calcare la mano potremmo dire che ormai il mondo, perlomeno quello di chi ha lo smartphone si divide in 2 tipologie di persone: quelli che guardano il telefono prima di andare in bagno appena alzati dal letto da una parte, quelli che le guardano mentre sono sul water dall’altra. Voi a quale appartenete? 


La droga? Le droghe!

Come molti avranno saputo dai vari media purtroppo qualche giorno fa, a Terni, sono morti due ragazzi di 15 e 16 anni. Per ora si sa solo che la morte è stata causata da una sostanza tossica, e che i due non avevano patologie.  Avevano concluso una serata bevendo il contenuto di una boccetta comprata da un quarantenne per 15 euro; uno dei problemi che contribuiscono a dare luogo a queste morti di giovanissimi/e è proprio il fatto che con pochissimi soldi ci si può sballare da morire. Qualche decennio fa un grammo di eroina costava 120 mila lire, non era a portata di tutti. 

All’ interno della boccetta in questione ci sarebbe stato del metadone diluito con acqua  Si tratta di un oppioide  sintetico utilizzato per ridurre l’assuefazione nella terapia sostitutiva della dipendenza da stupefacenti  Se questa sostanza è assunta in quantità controllata, da un tossicodipendente da oppiacei, non ci sono pericoli per la salute; se invece ad assumerla è qualcuno il cui organismo non è abituato a queste sostanze, gli effetti possono essere letali.                                                                                                Nel caso dei due adolescenti umbri sembra essersi verificata proprio questa spiacevole evenienza; i due ragazzi sono morti di arresto cardiaco, nel sonno. Ognuno a casa sua. Isolati, come si viveva durante il lock down. Forse il nesso più sostanziale con gli scorsi mesi di reclusione forzata però è che in quel periodo il mercato delle droghe illegali ha avuto grandi difficoltà, per cui sono state immesse nel mercato sostanze legali, (reperibili dai servizi per tossicodipendenti), usate in medicina, che però sono molto pericolose se non le si conosce. Il metadone e la codeina sono tra queste.  Tra le ipotesi delle cause della morti dei due ragazzi c’è anche la codeina, un analgesico usato per calmare la tosse, di moda da qualche anno tra i giovani che lo usano per sballarsi.            In Italia ancora queste morti di giovanissimi per assunzioni di sostanza sintetiche si verificano ancora rado, in altri paesi, come negli Usa, sono molto più diffuse. La causa principale di queste tragedie sono l’ignoranza, la mancanza di informazioni sulle differenti sostanze stupefacenti.

La demonizzazione indiscriminata della droga ha queste conseguenze.      Molto più intelligente e costruttivo distinguere tra le varie droghe, i loro diversi effetti e la loro differente pericolosità.                                                       

L‘Informabus unità di strada del comune di Ancona da più di 15 anni gira le strade e le piazze di questa città e da qualche anno naviga nella rete per dare informazioni ai giovani e giovanissimi sui comportamenti a rischio, tra cui in particolare sugli effetti e i rischi delle diverse droghe. Come dimostrano anche i fatti di cronaca il nostro lavoro è più importante e necessario che mai; ommentate, contateci o veniteci a trovare sul camper!


Le dipendenze al tempo dei coronavirus

Queste settimane di isolamento e segregazione forzata a casa sono difficili per tutti, ma per alcuni anche di più; pensate per esempio a chi ha problemi di dipendenza. Non importa se a mancare è un sentimento, una persona oppure una sostanza. Il risultato, in gradi differenti, sarà sempre lo stesso: malessere, tanto malessere. È questo il prezzo da pagare. Il prezzo più alto però sarà quello che pagherà chi non riesce a fare a meno di sostanze illegali e gioco d’azzardo. A differenza di chi può comprare alcol al supermercato, o a chi gioca d’azzardo on line, chi invece è schiavo di droghe illecite e di bingo, gratta e vinci, slot machine si trova in grande difficoltà. Con le limitazioni agli spostamenti, le sostanze illegali potrebbero col tempo diventare difficili da reperire: ciò può creare un corto circuito in chi non riesce a smettere di fare uso di droghe illecite. Essere a secco, in questi giorni blindati, per chi ha una dipendenza rilevante può risultare più drammatico dell’essere contagiati. Molte le persone denunciate perché uscite per procurarsi droga: una condizione che non viene considerata uno stato di necessità autocertificabile per gli spostamenti.

I consumatori di droga, in Italia, sono milioni, e per molti sarà difficile interrompere i propri consumi, rinunciare alla compagnia della propria sostanza, soprattutto in questi giorni tesi e carichi di paure. Il rischio è che si passi alla dipendenza di altre sostanze legali come l’alcol o i farmaci, che possono essere più facilmente reperibili, oppure che si alimenti il traffico di droghe tramite l’e-commerc. Si potrebbe provare a ridurre i consumi, perché nel caso ci si dovesse trovare in astinenza forzata, questa possa essere meno dolorosa possibile, ma in una situazione di solitudine ed ansia acuite ciò non è per niente facile. Costretti a rimanere in casa risulta più difficile fuggire dai propri fantasmi. 

Questo momento di clausura forzata può essere però l’occasione per prendere in mano la propria vita. Non è un caso che molti istituti per la cura delle dipendenze in questi giorni stanno ricevendo tante telefonate. Molti chiamano per dipendenze da eroina e cocaina, altri per quelle gioco d’azzardo e porno on line. Dietro l’anonimato della terapia on line può essere più facile mettere a nudo le proprie debolezze e chiedere aiuto. Infatti nella nostra società chi è affetto da queste patologie è ancora stigmatizzato, quindi tende a nascondersi e a non affrontare il problema, quando si rende conto, e accetta di avere un problema. Anche il fatto di parlare ad un terapeuta dalla propria abitazione aiuta le persone a sentirsi più protette e quindi più forti e disposte a prendere in mano la propria esistenza.  Magari persone che non avrebbero mai deciso di chiedere aiuto in tempi normali, durante il coronavirus, proprio a causa della reclusione forzata, hanno pensato di dare provare ad uscire dalla propria dipendenza. Non tutti i mali vengono per nuocere.