Dal punto di vista delle cause si può dipendere patologicamente da sostanze stupefacenti (tossicodipendenza), in cui rientrano l’alcolismo, il caffeinismo e il tabagismo, da cibo (bulimia, dipendenza da zuccheri, disturbo da alimentazione incontrollata), da relazioni con una persona, da sesso (dipendenza sessuale, masturbazione compulsiva), da lavoro (work-a-holic), da comportamenti come il gioco (gioco d’azzardo patologico), lo shopping (shopping compulsivo), guardare la televisione, navigare su internet (internet dipendenza), giocare con i videogames.
Benchè esseri umani e topi condividano “solo” il 70% del codice genetico, spesso si sperimenta su questi animali; secondo uno studio per capire gli effetti di cocaina ed eroina 9 topi su 10 isolati in una gabbia scelgono l’acqua con la droga, piuttosto che quella senza.
Se però si amplia la gabbia, si mettono a disposizione delle palline colorate, cibo, gallerie nelle quali zampettare ed altri topi, nessun roditore muore, contro i 9 su 10 di cui sopra. I topi in compagnia usano circa 1/4 della droga dei loro simili isolati.
Pensate ora invece a quante persone a cui viene somministrata qualche droga pesante anche per mesi (in seguito a fratture del bacino per esempio), sviluppano una dipendenza; benchè la sostanza utilizzata in ospedale sia più pura e potente di quella che si può trovare per strada, nessun paziente, una volta dimesso dall’ospedale, va alla ricerca della droga.
Che si tratti di topi o di nostri simili, la questione non cambia: oltre all’effetto chimico sul cervello della sostanza (o di qualsiasi comportamento compulsivo che può dare luogo ad una dipendenza) dobbiamo considerare anche il contesto di vita; è questo che è fondamentale.
Qualunque categoria si prenda in esame, che si tratti di sostanze o di comportamenti da cui si diventa dipendenti, il contesto relazionale sembra avere grande peso nel tenere l’individuo lontano dalla condizione patologica.
Da un secolo circa i governi di quasi tutto il pianeta stanno portando avanti una guerra alla droga con cifre cresciute esponenzialmente investite nell’intento di far sparire le sostanze dalla circolazione. Nonostante ciò anche il consumo di droghe continua a crescere. E se non fosse questa la strada migliore da seguire?
D’altronde è più facile reprimere che affrontare il problema cercando di eliminare le cause che portano le persone a perdere il controllo della loro vita, ma è anche più efficace?
Esiste un’alternativa, voi che ne dite?
Quasi quindici anni fa il Portogallo aveva una delle situazioni peggiori di tutta Europa quanto a diffusione degli stupefacenti, con l’1 per cento della popolazione dipendente da eroina.
Avevano provato con la guerra alla droga, e il problema non faceva che peggiorare.
Così decisero di fare qualcosa di drasticamente diverso. Stabilirono di depenalizzare tutti gli stupefacenti, rinvestendo il denaro che prima spendevano per arresto e detenzione del tossicomane, e adoperandolo invece per rimetterlo in comunicazione – coi propri sentimenti e con la società più ampia. Il passo determinante è quello di assicurargli un’abitazione stabile e un posto di lavoro sociale così da offrirgli uno scopo nella vita, e una ragione per alzarsi dal letto.
Gli esseri umani hanno una profonda necessità di formare legami ed entrare in contatto gli uni con gli altri. È così che ci gratifichiamo. Se non siamo in grado di entrare in contatto con gli altri, c’è il rischio di entrare in contatto con una o più delle tante cause della dipendenza (polidipendenza). Abbiamo creato società umane all’interno delle quali isolarsi da ogni legame è più facile che mai prima d’ora.
Scrivendo quest’articolo per il blog dell’Informabus sto forse contribuendo paradossalmente ad isolarmi ed isolarvi? Allora passo e chiudo, ci vediamo sul camper, vi aspettiamo!

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