E ora questa cosa a chi la chiedo??!! A miei genitori??!! Non mi capirebbero mai…forse a Claudio, mmm no chissà dopo cosa penserà…

Capita spesso di avere una cosa da chiedere, magari delicata, e non si sa con chi parlarne. Noi stessi siamo già pieni di pregiudizi tanto da scartare la quasi totalità dei potenziali interlocutori.

Quello non ci capisce, quell’altro non lo sa, l’altro chissà cosa potrebbe pensare, chissà quali prediche mi tocca sentire…

Spesso con questo atteggiamento ci ritroviamo a non condividere quel problemino, quel dubbio che poi spesso si ripercuote in maniera negativa nel nostro comportamento.

Allora sarebbe bello pensare di poter parlare di un argomento, anche delicato, liberamente, senza aver timore di essere giudicato, di essere capito nella maniera sbagliata, solo così, solo per essere ASCOLTATO.

È proprio qui che probabilmente nasce un disagio, un comportamento a rischio, un atteggiamento non positivo per noi stessi.

Oggi siamo sempre connessi grazie al mondo virtuale, internet, whatsapp, facebook… i “social”che ci permettono di parlare di noi ad un pubblico vasto. Condividere un post, una immagine, un pensiero oggi è molto facile e abbiamo subito una sorta di “indice di gradimento” verificando quanti “like” abbiamo incassato.

Una vetrina a disposizione dove poter parlare di noi…

Ma cosa diciamo sui social, cosa cerchiamo di condividere? Sicuramente in qualche modo ci gratifica vedere che ci sia un mondo fatto di click che ci segue.

Ma poi quel problemino che avevamo all’inizio? Quella cosa che ci sembrava difficile da condividere? Quella cosa per cui ci piacerebbe davvero essere ASCOLTATI…?

Abbiamo bisogno di parlare, anche se a volte non ce ne accorgiamo nemmeno, e  quando ne abbiamo occasione non vorremmo smettere più. E’ importante, è necessario, è salutare…

Uno studio della Doxa dell’anno scorso ha proprio rilevato questo bisogno di parlare, di confidarsi negli adolescenti e la cosa apparentemente strana è che vedono comunque nei genitori la migliore occasione di dialogo e ascolto. È confortante che la famiglia sia ancora così importante. Voi cosa dite?

Ad Ancona comunque c’è un’occasione in più per essere ascoltato, per parlare con qualcuno che stia lì ad ascoltarti, senza giudicare. Gli operatori dell’Informabus, girano “fisicamente” per le strade della nostra città e ti aspettano sul camper per parlare, per ascoltare per scambiare qualche informazione su molti argomenti.

Non hai un dubbio anche tu?

Commenti