Trovare il proprio lavoro ideale non è facile. Ci metti anni per capire cosa vuoi fare. Poi altri anni per prepararti a farlo. E poi infine pochissimi anni per capire che forse hai sbagliato tutto e che non è poi così facile fare ciò che vuoi. Perché il mercato è fermo, c’è la crisi (anche se in vista del Natale la televisione precisa che la crisi è sospesa e ora puoi spendere i tuoi risparmi per i regali e darti ad un generoso ottimismo), e poi non sono più i tempi di una volta. Che bastava studiare e subito trovavi lavoro. Capirai oggi se non hai il supermegamaster alla Bocconi con plurimo riconoscimento e firma in calce del presidente della Repubblica sei sempre e comunque un invisibile poveraccio. Che quasi quasi rinunci anche prima di cominciare… perché mai dovrebbero venire a calcolare proprio te…perché proprio il tuo curriculum tra migliaia… Sì, giusto, il curriculum… quella specie di noiosa lista della spesa che per anni abbiamo imparato a compilare nel giusto formato. Quale formato? Quello europeo ovviamente. Che a farlo bene (con le specifiche relative a quanti peli aveva il gatto del tuo datore di lavoro) fornisce la miglior garanzia per non essere mai neppure chiamati per un colloquio.

Chi ha il masochismo necessario a leggere un intero CV europeo sicuramente non occupa posti di responsabilità nella selezione del personale. E cosa c’entrerebbe il masochismo? Beh c’entra molto. Perché quando ti guardi allo specchio e inizi a chiederti cosa davvero ti fa stare bene, salti automaticamente il 60% (almeno) di tanti passaggi che sembravano obbligati. Tra i quali l’elenco dei peli del gatto nella stesura del cv, o magari anche la ricerca di un costosissimo master in grado di darti l’unica chiave possibile per entrare in quel paradiso dorato popolato dai “degni di assunzione”. Perché prima di scrivere un CV o scegliere il corso migliore per te magari ti chiederai cosa davvero ti appassiona… e dove sta il terreno ideale per seminare i tuoi talenti e farli crescere al meglio. “Certo”, direte voi, “pare facile, senza poi neanche la firma del Presidente della Repubblica e la lista dei peli del gatto, voglio proprio vedere perché mai qualcuno dovrebbe notarmi o darmi un’opportunità!!” Beh, immaginatevi raggianti mentre avete trovato il vostro terreno ideale, e annaffiate la vostra piantina sprizzando luce e allegria al solo pensiero di quando sarà nata. Ecco, in quel momento probabilmente qualcuno vi noterà. E quando la pianta sarà cresciuta sarete voi ad aver creato la vostra opportunità. E gli altri verranno a cercarvi per scoprire quei frutti che sono solo vostri. Fantasie idealiste?

Eppure io giurerei che quelli che scelgono questa strada li riconosci a distanza. Perché non diventano ciò che fanno (tipo “sono un ingegnere perché ho deciso di fare l’ingegnere) ma fanno ciò che sono e per cui sono nati. E lo vedi subito che sono una cosa sola con il proprio lavoro, la propria arte, la propria passione, e hanno gli occhi di chi ha realizzato un sogno. Guardatevi intorno e aguzzate la vista… di sicuro qualcuno ne avete incontrato. Magari su un palcoscenico di un localino di periferia, venerdì scorso (e il riferimento non è casuale). Ma ce ne sono molti altri, più o meno visibili. E dovunque siano, su un palcoscenico, dietro a una scrivania, in una palestra, in mezzo alla natura…. sanno produrre dei frutti rari e preziosi. Voi non dareste un’opportunità ad uno così…?

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