E vissero per sempre felici e contenti. Fu così per tutte le principesse delle favole. Una volta sconfitta la matrigna cattiva, la strega invidiosa, o qualche altro mostro di varie forme e misure, non restava che abbandonarsi alle braccia dell’amato cavaliere azzurro, e il gioco era fatto. Beh, in effetti ne avevano già passate di cotte e di crude prima, quindi ora era giusto rilassarsi un po’. E pensando pure agli occhioni speranzosi di quei bambini che avrebbero ascoltato il suo racconto, l’autore, impietosito, liberava improvvisamente il mondo da ogni male. E dopo averci raccontato di un matrimonio felice e di streghe ormai liquefatte o sbruciacchiate, posava la penna e ci risparmiava il seguito. Altrimenti non sarebbero state favole! E non ci avrebbero permesso di sognare ad occhi aperti. E mantenere in noi almeno fino alla prima adolescenza quella fiducia meravigliosa nel grande amore eterno…in cui appunto vissero tutti felici e contenti per sempre. E magari è proprio per quello che il primo amore non si scorda mai…perché ci si arriva a cuore aperto, privi di tutte quelle armi e armature che si costruiscono dopo, quando ti accorgi che la magia non va automaticamente avanti da sola in eterno. E si sa che arrivare ad abbracciare l’altro davvero e abbandonarsi liberamente a ciò che sentiamo, quando si ha una bella armatura addosso (peso specifico proporzionale alle batoste che abbiamo preso) non è facilissimo!! Il fatto è che ad un certo punto inizi a chiederti…”ma cosa sarà successo a cenerentola dopo il matrimonio”? No perché alla fine lei e il principe si erano visti solo al ballo…ma in un’eternità insieme (perché “per sempre” dura un bel po’) magari si saranno anche incontrati in una giornata storta, senza smoking e scarpe di cristallo.. Magari dopo una sessione di caccia andata male (perché il principe non lavorava) e una litigata con la domestica che rompeva continuamente le porcellane a palazzo…E magari si saranno anche accorti un giorno che lei amava il valzer ma lui in fondo preferiva la samba… lei adorava la cioccolata e lui la creme brulée…E lei si annoiava a morte mentre lo aspettava tornare dalla caccia (e per questo era diventata vegetariana e lo faceva pure sentire in colpa) e lui non sopportava proprio di aspettarla 20 minuti scendere le scale (perché si ostinava a camminare con le scarpe di cristallo che proprio comode non erano). Una volta che iniziamo a scrivere il seguito della favola ci rendiamo conto che, dopo la magia iniziale, c’è anche tutto un percorso fatto di pazienza, rispetto reciproco, voglia di conoscersi l’un l’altro, di crescere insieme, e anche di accettarsi per come si è. Perché se i cari autori delle favole erano stati un tantino sbrigativi… la vita ci ricorda che la cosa più bella è il viaggio che facciamo giorno per giorno… e che tanto vale goderselo perché il finale non è scritto da nessuna parte. E più aspettative, convinzioni e paure ci portiamo dietro, meno saremo in grado di vivere a pieno questo viaggio. E poi, come diceva qualche inguaribile romantico, l’altro lo dobbiamo scegliere e riscegliere ogni giorno senza dare troppe cose per scontato. E in questa scelta ognuno ha le sue priorità….perché impariamo crescendo cosa ci fa stare bene e cosa no. Voglio dire, Bella di Twilight pur di stare con il suo uomo accetta una vita da vampiri (che nonostante Edward abbia il suo perché, deve limitarla un tantino…tipo che l’estate al mare se la scordano per esempio). Magari invece Cenerentola potrebbe essersi resa conto (nella favola non raccontata) che nulla la rendeva più felice che ballare il valzer a rallentatore (per via delle solite scarpe) ad una festa vegana. E dopo vari tentativi di trovare un compromesso magari il principe se ne è partito per il Brasile dove ora fa il ballerino di samba, mangia churrasco (grigliata brasiliana ndr) tutti i giorni, ed è felicissimo. Detto questo, non mi resta che augurarvi buon viaggio….e buona scoperta (di voi e dell’altro)…e qualunque strada il vostro cuore vorrà prendere, godetevi il panorama, e se ce la fate non state troppo a pensare alla meta.
C.C.
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