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Ti fidi di te?

Ti fidi di me?… Chiedeva un giovanissimo Leonardo di Caprio in quella scena famosa … mentre sorreggeva la sua amata fingendo di svolazzare sopra l’oceano..

Ti fidi di me?… Dice Aladdin a Jasmine prima di convincerla a saltare sul tappeto volante…

No… la scena successiva non è “ti fidi di me? Disse l’operatore dell’Informabus prima di alzarsi in volo sul camper…” Non stiamo, per il momento, girando un film… (se c’è un produttore in ascolto, ehm, possiamo sempre attrezzarci..)

Ma scherzi a parte,  quante volte avremo sentito o detto questa frase? Film o realtà che dir si voglia, la fiducia resta sempre una delle protagoniste principali… una di quelle cose che se c’è o non c’è fa la differenza, e te ne accorgi. Come uno di quegli invitati che se mancano alla festa, sai già che ti divertirai meno, e ti sembrerà di esserti perso qualcosa. Come andare al mare quando non c’è il sole… e fa anche troppo freddo per fare il bagno… non è la stessa cosa!

Per capirci, se la fiducia non fosse stata insieme a Jasmine ed Aladin, a quest’ora addio volo sul tappeto, che non è cosa da poco… Ma soprattutto, addio al fantastico duetto musicale.. “Il mondo è mio… il mondo e tuo…” ve lo ricordate?? “con le stelle puoi giocar, nessuno ti dirà che non si fa…” cantava Aladdin… Lasciateci essere romantici, perché questo davvero è il magico potere della fiducia. Quando senti che lei (la fiducia, non Jasmine) è al tuo fianco senti che il mondo è davvero tuo, scopri che è molto più bello e magico di quanto sembrava, e ti sembra di volare. No, calma, non si tratta del nome in codice di una nuova droga, la fiducia è qualcosa di molto più potente, ma non si può comprare… E allora come si fa???

Il buon Goethe diceva che “Se avete fiducia in voi stessi, ispirate fiducia agli altri”… e la cosa non ci sembra sbagliata… che ne dite? Del resto se Aladdin invece del suo sorrisone a 32 denti avesse avuto l’occhio sbarrato e la voce tremula mentre invitava Jasmine a volare su un tappeto… credete che lei lo avrebbe seguito..? E soprattutto, credete che sarebbe stato così felice là sospeso nel vuoto?

Insomma… sarà magari che dobbiamo cercarla dentro di noi questa insostituibile compagna di vita… per imparare a volare davvero? Certo non è facile, ma in fin dei conti, forse, siamo noi a decidere quanto spazio concederle. Siamo noi a decidere se lasciarci guidare da lei verso quella vocina che, nel profondo di noi stessi, sa sempre qual’è la strada che vogliamo davvero percorrere…

Come sempre se vi va vi aspettiamo sul camper per ascoltare la vostra opinione… e mi raccomando, abbiate fede: proveremo ad attrezzarci anche per il tappeto volante!!

…e tu, ti fidi di te??

articolo scritto da Chiara Crocianelli – operatrice informabus Ancona


E ora a chi lo racconto?

E ora questa cosa a chi la chiedo??!! A miei genitori??!! Non mi capirebbero mai…forse a Claudio, mmm no chissà dopo cosa penserà…

Capita spesso di avere una cosa da chiedere, magari delicata, e non si sa con chi parlarne. Noi stessi siamo già pieni di pregiudizi tanto da scartare la quasi totalità dei potenziali interlocutori.

Quello non ci capisce, quell’altro non lo sa, l’altro chissà cosa potrebbe pensare, chissà quali prediche mi tocca sentire…

Spesso con questo atteggiamento ci ritroviamo a non condividere quel problemino, quel dubbio che poi spesso si ripercuote in maniera negativa nel nostro comportamento.

Allora sarebbe bello pensare di poter parlare di un argomento, anche delicato, liberamente, senza aver timore di essere giudicato, di essere capito nella maniera sbagliata, solo così, solo per essere ASCOLTATO.

È proprio qui che probabilmente nasce un disagio, un comportamento a rischio, un atteggiamento non positivo per noi stessi.

Oggi siamo sempre connessi grazie al mondo virtuale, internet, whatsapp, facebook… i “social”che ci permettono di parlare di noi ad un pubblico vasto. Condividere un post, una immagine, un pensiero oggi è molto facile e abbiamo subito una sorta di “indice di gradimento” verificando quanti “like” abbiamo incassato.

Una vetrina a disposizione dove poter parlare di noi…

Ma cosa diciamo sui social, cosa cerchiamo di condividere? Sicuramente in qualche modo ci gratifica vedere che ci sia un mondo fatto di click che ci segue.

Ma poi quel problemino che avevamo all’inizio? Quella cosa che ci sembrava difficile da condividere? Quella cosa per cui ci piacerebbe davvero essere ASCOLTATI…?

Abbiamo bisogno di parlare, anche se a volte non ce ne accorgiamo nemmeno, e  quando ne abbiamo occasione non vorremmo smettere più. E’ importante, è necessario, è salutare…

Uno studio della Doxa dell’anno scorso ha proprio rilevato questo bisogno di parlare, di confidarsi negli adolescenti e la cosa apparentemente strana è che vedono comunque nei genitori la migliore occasione di dialogo e ascolto. È confortante che la famiglia sia ancora così importante. Voi cosa dite?

Ad Ancona comunque c’è un’occasione in più per essere ascoltato, per parlare con qualcuno che stia lì ad ascoltarti, senza giudicare. Gli operatori dell’Informabus, girano “fisicamente” per le strade della nostra città e ti aspettano sul camper per parlare, per ascoltare per scambiare qualche informazione su molti argomenti.

Non hai un dubbio anche tu?


E tu che mostro sei?

Dopo pochi giorni dall’avvento di streghe e stregoni, zucche (zucconi) vampiri e mostri di ogni genere… eccoci qua nuovamente nei nostri abiti quotidiani. Qualcuno sarà ora davanti ad un pc, qualcun altro chino sui libri per il prossimo esame (o la prossima interrogazione)… immagino ben pochi siano in questo momento alle prese con una pozione a base di ali di pipistrello e bava di lumaca. …E voi? Siete usciti indenni dai vostri mostruosi panni Halloweeniani?

Per quanto si possa polemizzare sul carattere commerciale o sulla non italianità di questa ricorrenza, il suo fascino resta ormai innegabile..

Possiamo confermarvelo anche noi di Informabus che eravamo presenti alla consueta festa organizzata dal Gulliver all’Università di Ingegneria: un tutto esaurito di mostri e mostriciattoli danzanti, cadaveri in ottima forma e vampiri festanti… divertimento assicurato!!

Ma da dove nasce questa tradizione?

Come molti di voi sapranno si tratta di una festa molto antica, che ha le sue origini nella cultura celtica. Per i celti infatti l’anno terminava il 31 ottobre, aprendo le porte ai mesi bui della stagione invernale. In questa data si celebrava quindi quella che era la festa più importante dell’anno, dedicata a Samhain: signore della morte e principe delle tenebre che chiamava a sé tutti gli spiriti dei defunti. Una celebrazione che serviva per esorcizzare antiche paure, e per celebrare l’incontro tra il mondo visibile e quello invisibile. Un incontro sacro che precedeva i lunghi mesi invernali, in cui ci si preparava a stare al chiuso, godendo del raccolto precedente, e raccontando storie.

Oggi, dopo più di 2000 anni, il mondo è decisamente cambiato.. l’invisibile probabilmente ci interessa meno, anche perché siamo già abbastanza impegnati in tutto ciò che è quotidiano e perfettamente visibile. Parliamoci chiaro: queste storie di fantasmi sono roba superata! Del resto solo i bambini hanno paura del buio da quando è stata inventata la luce elettrica! E se le streghe esistessero non se ne andrebbero certo in giro sulla scopa: un mezzo che al momento risulta decisamente poco trendy.

Ma allora perché ci piace tanto sfoggiare cappelli neri a punta e occhiaie stile zio Fester almeno una notte all’anno? A quanto pare l’incontro con l’oscurità continua ad avere il suo fascino…

Perché secondo voi?

Uno di quei tizi che di tanto in tanto amiamo citare diceva: nell’impossibilità di poterci vedere chiaro, almeno vediamo chiaramente le oscurità!” Questo tizio si chiamava Freud. Anche lui è un po’ retrò ormai… eppure forse non ha tutti i torti. Sarà che un po’ di questa oscurità ce la portiamo dietro nonostante tutte le lampadine accese? L’oscurità di una paura, di un’emozione che non ci piace e non sappiamo esprimere, di un disagio a cui ancora non abbiamo dato un nome, di una vocina che di tanto in tanto sembra ricordarci di ascoltarci un po’ più a fondo, perché dentro di noi ci sono ancora molte “zone oscure” o inesplorate. E allora Halloween forse è un momento per fare amicizia con quei mostriciattoli che abitano le nostre zone oscure, esorcizzando le paure in modo creativo e divertente… E, se così è, (tanto per tornare ai nostri temi) ci sembra anche un buon modo per fare prevenzione.. a patto ovviamente di starci con la zucca!!

Allora care streghe e cari stregoni in incognito, in attesa che sfoderiate nuovamente le vostre scope ultimo modello, vi aspettiamo sul camper!!!

Articolo scritto da Chiara Crocianelli operatrice Informabus


Desidero dunque sono

Quando vi è capitato l’ultima volta di sognare ad occhi aperti? Di avere un grande desiderio da realizzare? Di sentirvi come un bambino di cinque anni a cui viene chiesto “cosa vuoi fare da grande”? E che risponde con solenne convinzione “l’astronauta!”?

Attenzione, non sto parlando di sogni indotti da sostanze psicotrope! Ma di desideri che ci fanno volare alto a mente lucida… e che hanno come unico effetto collaterale una forte sensazione di ottimismo. Pensate che i sogni ad occhi aperti siano roba da bambini? Beh, ricordatevi che i bambini la sanno lunga sul come godersi la vita…: possono volare tranquillamente su Marte con il semplice uso della fantasia, e sanno sempre cosa vogliono fare da grandi. Ma quando cresciamo lo dimentichiamo, iniziamo a perdere ottimismo, e ad annoiarci facilmente…. e la noia va spesso a braccetto con i comportamenti a rischio, in primis l’uso di sostanze (con le quali cerchiamo a volte di tornare su Marte..)

Oggi vi proponiamo un ottimo antidoto: esprimete un desiderio!! E per invogliarvi a provare questa semplice tecnica, vi raccontiamo una storia. E’ una storia vera, ma visto che siamo in tema di bambini ci piace iniziarla così:

C’era una volta a Salvador de Bahia, nel nordeste del Brasile, un uomo coraggioso, che creò un’associazione insieme ad altri collaboratori, per aiutare i bambini di strada, molti dei quali erano dipendenti da droghe pesanti, vivevano di piccoli furti, e rischiavano quotidianamente la vita. Era un lavoro complesso, così come erano complesse e tragiche le storie di vita dei “meninos de rua”. Un giorno il più grande teatro della città offrì dei biglietti gratis all’associazione per uno spettacolo di danza classica. Bambini di strada ad un balletto classico? Gli educatori si chiesero cosa avrebbero combinato in un contesto del genere, e tentennarono…Ma poi decisero di rischiare.

Durante tutto lo spettacolo i bambini rimasero immobili e silenziosi. All’uscita uno di loro disse: “perché non potremmo farlo anche noi?”

E questo fu il primo desiderio di bambini che fino a quel momento sentivano di non avere più nulla da perdere. Un desiderio che diede il via ad un enorme progetto in cui centinaia di ragazzini e bambini hanno ricominciato a sognare, ricostruendo la loro vita grazie all’arte e alla danza. E soprattutto ai loro desideri. Molti ex meninos de rua oggi sono ballerini o musicisti professionisti. Il progetto si chiama Axé, e il suo motto è “desidero, dunque sono!”

Quell’uomo coraggioso si chiama Cesare Florio La Rocca, creatore del progetto e della pedagogia del desiderio.

Perché vi abbiamo raccontato questa storia? Perché ci sembra un ottimo esempio di come impegnarsi per realizzare un sogno possa prevenire i comportamenti a rischio… e renderci più felici!! Provare per credere!

 

….Avete già espresso un desiderio?

 

Articolo scritto da Chiara Crocianelli, operatrice Informabus


La ricerca della felicità

Sharper 2015: noi c’eravamo, e voi??

Anche quest’anno abbiamo partecipato allo Sharper di Ancona, la notte Europea dei ricercatori: un appuntamento davvero interessante!

Ad animare corso Garibaldi c’erano diversi stand, ricchi di proposte, idee, novità…nate dalla passione di giovani ricercatori, che dedicano il loro lavoro a scoprire e creare, aiutando il nostro mondo e la nostra società a migliorare ed evolvere. E noi ancora una volta ci complimentiamo con loro, perché la passione e la curiosità sono i motori principali della crescita, sia della nostra società che di ciascun individuo. E quindi che se ne parli, e ben venga il “contagio” creativo! E infatti il sottotitolo della manifestazione dice: Sharing Researchers’ Passions for Excellence and Results (Condividere la passione dei ricercatori per i risultati e l’eccellenza). Perchè come diceva un tizio di nome Hegel (permetteteci in questo contesto anche la citazione intellettuale) “nel mondo nulla20150925_184619-1 di grande è stato fatto senza passione”..!

E inoltre, aggiungiamo, le passioni, la curiosità e
la creatività migliorano la nostra vita, e sono uno “sballo” decisamente potente e sano, che ci tiene spesso alla larga da comportamenti rischiosi per la nostra salute. Ecco perché anche noi dell’informabus eravamo presenti, ad incoraggiare quest’ondata di creatività e ricerca, e ovviamente ad offrire informazioni sulle nostre attività e progetti.
 Abbiamo avuto il piacere di condividere il nostro intervento con il Prof. Matteucci della Facoltà di Economia
di Ancona,
il quale ha introdotto le sue interessanti ricerche sulla felicità e i fattori di benessere: quale miglior prevenzione di una sana ricerca della felicità?

Noi operatori abbiamo invece presentato il progetto “A che gioco giochiamo”, promosso dagli ambiti territoriali sociali per la prevenzione del gioco d’azzardo patologico.

E siccome il gioco, quello sano, è qualcosa che ci fa sentire bene, che ci aiuta a socializzare, a crescere e ad imparare,

a fianco al nostro camper abbiamo messo un biliardino…che certamente non è un prodotto delle più recenti ricerche tecnologiche…ma un classico che

non passa mai di moda……e voi a cosa siete appassionati?


Dopo la corsa allo sballo…. Ci sballiamo di corsa!!!

Mai sentito parlare di “runner’s hight”? Letteralmente significa: lo sballo del runner.

Eh sì, perché anche la corsa può sballare! Ma tranquilli, nulla di pericoloso, si tratta solo di un’incremento della produzione di endorfine nel nostro corpo!

Cosa sono le endorfine? Sono sostanze prodotte dal nostro cervello dotate di proprietà analgesiche e fisiologiche simili a quelle della morfina e dell’oppio.. E una buona attività fisica è sufficiente per portare il nostro cervello a produrle, a costo zero… e soprattutto senza i rischi correlati all’assunzione di sostanze psicoattive. Uno sballo sano, tutto naturale. Insomma una droga legale… Provare per credere!

Non è infatti un segreto che lo sport in generale abbia effetti positivi sull’umore e sul benessere. Il nostro corpo è una macchina meravigliosa, dotata di tutte le risorse necessarie per farci sentire bene… a patto che lo trattiamo con attenzione e rispetto, ovviamente!

Perché come ogni macchina meravigliosa e complessa, ha bisogno di essere trattato con cura, ma anche con una certa curiosità: più abbiamo voglia di sperimentarci, più possibilità avremo di scoprire cosa ci fa stare bene…

Attenzione però a non esagerare…. Sì perché anche le droghe buone, un po’ come la cioccolata possono dare dipendenza e assuefazione… esistono anche gli sport-dipendenti!! Per non parlare poi dell’assunzione di sostanze che aiutano a sostenere lo sforzo fisico.. a quel punto il divertimento è già finito e con esso tutti i benefici.

Insomma pensate a divertirvi con lo sport, ma senza “andarci in fissa”!

E voi ragazze/i, sportivi e non, danzatrici e danzatori, calciatori, giocatori di calcio o baseball o pingpong… skaters, amanti del monopattino, biliardinoaddicted, runners sballati e chipiunehapiunemetta……che ne pensate? Raccontateci il vostro sballo sportivo preferito!!!!!!!